Sondaggi referendum costituzionale: il “No” allunga secondo Ipr e Tecnè
Sondaggi referendum costituzionale: il “No” allunga secondo Ipr e Tecnè
Adesso il “No” al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre tenta l’allungo finale. Secondo due sondaggi di Ipr e Tecné per la trasmissione di Rai 1, Porta a Porta, rispetto a due settimane fa i contrari alla riforma costituzionale continuano a crescere mentre contemporaneamente calano i favorevoli. Per Ipr il “No” è al 52% (+1,2% rispetto al 24 ottobre) e il “Sì” al 48% (-1,2%) mentre secondo Tecnè i favorevoli staccano i contrari di ben 6 punti percentuali (53-47%). Questi dati, naturalmente, non rendono impossibile una rimonta del “Sì” anche se nelle ultime settimane il “No” sembra aver toccato l’apice del suo consenso. Dall’altra parte, molti hanno letto nella vittoria di Donald Trump alle presidenziali di ieri come un grosso smacco per gli istituti demoscopici che non avevano minimamente previsto la vittoria del magnate repubblicano.Decisivi, comunque, saranno gli indecisi che ancora oggi si aggirano intorno al 20%.
Dal punto di vista demografico, i due sondaggi realizzati per Porta a Porta mettono in evidenza un aspetto significativo della battaglia sul referendum: i giovani dovrebbero votare in massa per il “No” alla riforma. Secondo Ipr, quasi due terzi degli intervistati tra i 18 e i 34 anni voterà controm, mentre Tecné abbassa un po’ le stime al 59%. L’unica fascia su cui possono puntare Matteo Renzi e i suoi è quella degli over 55, in cui il “Sì” rimane saldamente in vantaggio sul “No”.
Anche la composizione geografica del voto conferma tutte le rilevazioni fatte negli ultimi mesi: la comunicazione renziana non attecchisce al Sud, nelle Isole e nel Nord-Est (tradizionale feudo leghista). Dall’altra parte, la partita più aperta si giocherà al centro dove lo scarto è minimo (2% secondo Ipr) o le due fazioni sono in parità (50-50 secondo Tecné).
Referendum, in caso di vittoria del No per gli elettori Renzi dovrebbe dimettersi
L’allarme lanciato da molti osservatori sulla eccessiva “personalizzazione” del referendum trova riscontro anche nelle posizioni della maggioranza degli elettori. Quasi il 60% di essi, infatti, ritiene che il premier Renzi in caso di vittoria del “No” dovrebbe dimettersi immediatamente aprendo la crisi di governo. Da settimane girano voci sul possibile futuro del Presidente del Consiglio in caso di sconfitta referendaria e non è assolutamente esclusa l’ipotesi di un reincarico da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.