Referendum costituzionale, ecco perchè è stato rigettato il ricorso di Onida
Il giudice civile di Milano, Loretta Dorigo, si è espresso. Non c’è più alcun dubbio. Il 4 dicembre gli elettori italiani saranno chiamati ad esprimersi nei confronti della riforma costituzionale promossa dal Governo Renzi.
Referendum costituzionale, il ricorso di Onida
Il Tribunale civile di Milano, infatti, non ha accolto i due ricorsi presentati a fine ottobre dall’ex presidente della Corte Costituzionale, Valerio Onida, insieme ad un pool di legali, riguardanti la costituzionalità del quesito referendario. Nel mirino dei ricorrenti stava la legge istitutiva del referendum (l. 352/1970), in quanto a loro avviso lesiva dello stesso diritto di voto dell’elettore, non prevedendo l’obbligo di “dividere” il quesito referendario in più domande laddove i temi trattati siano molteplici e non omogenei. Per quanto riguarda il referendum costituzionale del 4 dicembre, i legali lamentavano il fatto che nello stesso quesito verranno sottoposti all’elettore 5 questioni differenti: il superamento del bicameralismo paritario; la riduzione del numero dei parlamentari; il contenimento dei costi della politica; l’abolizione del Cnel; la revisione del titolo V della Costituzione. Oggi, a distanza di settimane, il giudice Dorigo ha sciolto la riserva bocciando l’istanza.
Referendum costituzionale, le motivazione del rigetto
“E’ lo stesso articolo138 della Costituzione a connotare l’oggetto del referendum costituzionale come unitario e non scomponibile – spiega il giudice – In presenza di “parcellizzazione” dei quesiti, l’elettore, libero di scegliere su ogni singolo quesito, finirebbe in tal caso per intervenire quale organo propulsore dell’innovazione costituzionale contro la lettera della norma (oltre che a favorire l’ingresso di una contrattazione politica di carattere compromissorio, evenienza giustamente paventata dagli stessi ricorrenti)”.
In sostanza, con più quesiti su più questioni la consultazione popolare si trasformerebbe in referendum propositivo e non più approvativo. In presenza di una “riforma costituzionale di ampio respiro – continua Loetta Dorigo – come possono essere revisioni della Costituzione interessanti più articoli e più titoli, da definirsi pur sempre revisioni parziali, il referendum nazionale non potrà che riguardare la deliberazione parlamentare nella sua interezza, non potendosi disarticolare l’approvazione o il rigetto di un testo indiviso alla sua fonte, le cui diverse parti sono in rapporto di reciproca interdipendenza”.
Disilluse dunque le aspettative di chi sperava fino alla fine nell’approvazione del ricorso di Onida, vedendo in questo lo strumento che avrebbe permesso un’eventuale sospensione del referendum costituzionale da parte della Consulta.
A questo punto non rimane che aspettare il responso degli elettori italiani che si esprimeranno il prossimo 4 dicembre.
Camilla Ferrandi