Elezioni Usa: ecco perché chi non ha votato non può lamentarsi
Elezioni Usa: ecco perché chi non ha votato non può lamentarsi
La narrazione mediatica del voto americano ha finora posto l’accento sulla mobilitazione in favore di Trump di un certo elettorato disaffezionato dalla “politica” che, però, ha scelto di rompere una lunga striscia di astensione grazie alle “qualità” retoriche e al, per più di un verso, discutibile carisma del repubblicano. Tuttavia, basta guardare il grafico sottostante, Donald Trump ha preso meno voti di Mitt Romney, candidato GOP nel 2012, e di John McCain, candidato dei repubblicani contro Obama nel 2008.
ECCO CHI HA VOTATO PER DONALD TRUMP
Elezioni Usa: ecco perché chi non ha votato non può lamentarsi
D’altra parte, bisogna precisare che G. W. Bush venne eletto nel 2000 con 900mila voti in meno di Trump, anche se prese il 47,9%, più dello stesso Presidente eletto (47,5%) ma anche di Romney e McCain. Detto ciò, guardando i dati sull’affluenza alla tornata di martedì, è facile notare come nessuno dei due candidati abbia sfondato. Sicuramente non ha sfondato Hillary Clinton, che ha fatto molto peggio di Obama, ma non ha sfondato neanche e, soprattutto, Trump.
Martedì, alle urne si sono recati 119.628.036 elettori, 4 anni fa, i votanti erano stati 126.849.299. Certo, la Clinton ha vinto il “voto popolare” (47,7%) ma è chiaro che una maggiore presa di posizione negli stati in bilico avrebbe facilmente impedito a Trump di vincere la maggiore quota di grandi elettori. Invece, molti americani registrati negli Swing States che continuano a considerarlo il “male assoluto”, semplicemente, sono rimasti a casa. Nel quadro di un sistema (iper)maggioritario come quello statunitense spesso questa scelta significa, “ti tieni il presidente eletto dagli altri”, quindi, chi non è andato a votare non ha il diritto di lamentarsi.