Colombia: nuovo accordo di pace tra FARC e governo
Pochi mesi fa, il popolo colombiano ha avuto l’occasione di chiudere un lungo capitolo buio della propria storia. La guerriglia con le FARC – che va avanti da ormai mezzo secolo – poteva chiudersi in una storica giornata di inizio ottobre. Un referendum – o meglio, un plebiscito – per dire ‘Si’ alla pace. Il mondo guardava con speranza al Paese d’oltreoceano, mentre Orban celebrava il suo referendum contro l’immigrazione. Ma non andò come il mondo aveva pronosticato e sperato. A vincere fu il ‘No’ alla pace.
L’incubo della popolazione rurale (la più colpita dalla guerriglia) sembrava stesse per concludersi. Questi, in massa, hanno votato a favore della fine definitiva delle ostilità con le FARC. La popolazione urbana, da Cali alla capitale, Bogotà, hanno rifiutato. Il peso delle metropoli è stato il vero ago della bilancia di queste consultazioni, vinte – per pochissimo – dai fautori della belligeranza. Per alcuni, La causa principale del rifiuto all’accordo sono state la relativa impunità delle FARC. Per altri, il tema economico del risarcimento dei danni. È proprio su questa linea che si inserisce il nuovo accordo di pace, firmato da FARC e governo colombiano.
Pace Colombia, le FARC faranno inventario per risarcire le vittime
Sabato è stato firmato il nuovo accordo di pace tra FARC e Juan Manuel Santos (in rappresentanza del popolo colombiano). Il nuovo accordo non stravolge quello sottoposto a referendum lo scorso ottobre. Tuttavia, i dettagli non sono ancora del tutto noti. Juan Manuel Santos – premiato con il Nobel per la pace per i suoi sforzi nelle negoziazioni – non ha ancora deciso come procedere. L’idea di un altro referendum spaventa il Presidente, e un altro ‘No’ potrebbe porre fine alle negoziazioni. La ratifica dell’accordo dovrebbe passare, in ogni caso, dal Congresso.
Santos e le FARC continuano nel loro impegno di distensione e ricerca della pace. Introdotti 56 punti su 57 tra tutte le mozioni raccolte
Rispetto all’accordo sottoposto a referendum, quello firmato sabato a L’Avana è decisamente più preciso e dettagliato. Nonostante non si conosca il documento con massima precisione, sono stati chiariti dei punti importanti. Le FARC stileranno un inventario di beni, necessario ai fini di risarcire le vittime. Dovranno, inoltre, collaborare attivamente alla lotta contro il narcotraffico, attraverso la cessione di informazioni. Le FARC potranno fare politica attiva ma i benefici del primo accordo (di una rappresentanza minima iniziale) vengono meno. Confermate, in somma sostanza, le altre parti dell’accordo firmato il 26 settembre. La riforma sulla proprietà terriera nelle zone rurali rimane il vero punto debole dell’accordo (ancora molto vago e fonte di contrasto).