5 cose da sapere su Reince Preibus
Nella serata di domenica, il Presidente eletto Donald Trump ha scelto il suo chief of staff, il più importante ruolo della West Wing. Si tratta di Reince Priebus, il chairman del Comitato Nazionale dei Repubblicani, insomma, uno dei membri più eminenti dell’establishment del Grand Old Party. D’altra parte, Priebus non ha mai fatto mancare il proprio supporto alla candidatura del magnate newyorkese.
5 cose da sapere su Reince Priebus
1) Non ha mai ricoperto una carica elettiva. La sua carriera politica si è svolta esclusivamente all’interno del partito. È il chairman del Republican National Comitee più longevo di sempre dietro soltanto al senatore dell’Ohio Mark Hanna (1896-1904): ha ricoperto tale ruolo per la prima volta nel 2011 ed è in carica da 3 mandati consecutivi. In estate, la stampa americana riferiva la sua intenzione di correre per il quarto (le elezioni per il comitato nazionale dei Repubblicani si tengono ogni due anni).
2) Nativo del Wisconsin, 44 anni, professione avvocato, di origini tedesche da parte di padre e greche da parte di madre, oltre che per il “low profile“, viene apprezzato anche per le sue qualità nel raccogliere fondi e, soprattutto, per la sua capacità di soddisfare o, nella maggior parte dei casi, mettere d’accordo l’ala moderata e l’ala conservatrice del partito. Ai tempi della prima nomina a capo del comitato nazionale, nel gennaio 2011, si trovò con un partito indebitato per 23 milioni di dollari. Entro la fine dell’anno aveva dimezzato il debito e incassato 88 milioni di dollari in donazioni.
3) La nomina di Reince Priebus a capo del personale della Casa Bianca restituisce un’indicazione chiara sulla presidenza di Donald Trump. Priebus è, in pratica, il Presidente del Partito Repubblicano e vanta una stretta amicizia con lo speaker della Camera Paul Ryan. La sua prossimità alla Sala Ovale potrebbe aver sancito la fine definitiva dello “strappo” tra il Presidente e il partito. In ogni caso, la sua scelta sembra indicare la volontà comune di portare a casa dei risultati legislativi. Appunto per questo, molti elettori di Trump hanno storto il naso: Priebus, quasi certamente, porterà Trump al compromesso su immigrazione, assistenza sanitaria e ambiente.
4) Da Presidente del partito non si è mai scomposto di fronte alla candidatura di Donald Trump, al contrario, ha sempre invitato i repubblicani all’unità, chiunque li avesse rappresentati nella corsa alla Casa Bianca. Quando la nomination di Trump aveva ormai preso corpo, ha dichiarato come una candidatura forzata di un altro esponente del partito, uno che non avesse affrontato le primarie, oppure di un “esterno”, avrebbe rappresentato un “suicidio”. Anche nei momenti più critici, ha elogiato Trump pur sottolineando, per dire così, la sua “mancanza di tatto” (come nel caso dell’uscita infelice su Humayun Khan, soldato americano musulmano morto in Iraq).
5) Nel primo discorso da Presidente eletto, Donald Trump ha smentito le voci che riferivano di alcune tensioni tra lui e Priebus. Con lui non ho mai passato un “bad second” ha detto Trump che ha poi ha definito, sempre Priebus, una “unbelievable star”.