”Vorrei chiarire che in nessun momento, in commissione Affari costituzionali, ho paralizzato la riforma del Senato, non ho neanche mai votato in modo tale da fermare questa riforma del Senato, e nessuno dei senatori Tocci, Casson o Chiti hanno fatto qualcosa del genere: nostri veti non ce ne sono stati”. Ci tiene così a fare chiarezza Corradino Mineo, ospite stamattina di Agorà, su Rai Tre. Continua, infatti, a suon di dichiarazioni a mezzo stampa la battaglia tutta interna al Pd fra il senatore dem e l’ala renziana del Partito Democratico, in seguito alla sostituzione dello stesso Mineo in commissione Affari Costituzionali e all’autosospensione di altri 13 senatori in segno di protesta.
Solo ieri sera, il premier Matteo Renzi, di ritorno dal tour asiatico in Vietnam, Cina e Kazakistan, aveva dichiarato: “Non ho preso il 41% per lasciare il futuro del Paese a Mineo”. Non si è fatta attendere la risposta del senatore, ex giornalista Rai, che dalla sua pagina Facebook scrive: “Il Paese ha trovato un premier giovane, volitivo, che sa fare politica e vuol salvare l’Italia”. “È suo l’onere del governo – aggiunge Mineo riferendosi a Renzi – davvero non capisco perché si sia voluto alzare questo polverone. Nessuna delle giustificazioni addotte, sempre a mezzo stampa, regge neanche un pò. Renzi ha detto contano i voti non i veti. Vero. Molti italiani hanno votato per Renzi, ma io non ho mai posto un veto. Non c’è un solo provvedimento che sia finito nella palude per colpa di Mineo o di uno due firmatari della proposta Chiti. Sfido chiunque a dimostrare il contrario” conclude il senatore dem.
”Questa personalizzazione contro di me, temo voglia nascondere degli errori – ha ribadito il senatore Mineo stamani intervistato ad Agorà, scagliandosi nuovamente contro il collega Luigi Zanda e il ministro per le riforme Maria Elena Boschi, titolare della bozza di riforma del senato a firma Pd. “I primi errori li ha fatti palesemente il capogruppo Zanda, che ha sottovaluto un dissenso, non lo ha considerato e ha fatto finta che fosse risolto a colpi di finte votazioni, raccontando oggi che ce ne sono state 117″ attacca l’ex giornalista. “Renzi non può aprire tavoli solo con Berlusconi e Calderoli” sulle riforme, ha chiarito il senatore del Pd. E sul testo di riforma di Palazzo Madama ha aggiunto: “è necessaria una legge elettorale in cui l’elettore ha la possibilità di scegliere chi eleggere. Qualsiasi tipo di listino bloccato o cose del genere sputtanano la democrazia“
Nessuna chiusura definitiva ma piena disponibilità al confronto con il partito, assicura Mineo, che si dice pronto a “ricucire”: “Se il partito si rende conto dell’errore commesso e vuole ricucire, io ne sarò ben lieto. Ricucire significa accettare che i parlamentari possano sostenere la loro posizione, anche perché in aula parla il capogruppo e tutti gli altri sono destinati a interventi di fine seduta: c’è una presa partitocratica sul Parlamento che è una vergogna“. Io non mi faccio usare come una pedina” ha concluso Mineo, commentando la vicenda Mose.
Carmela Adinolfi