Sondaggi sull’euro, il sostegno alla moneta unica cala solo in Italia, mentre rimane stabile
Sondaggi sull’euro, il sostegno alla moneta unica cala solo in Italia, mentre rimane stabile
C’era una volta in cui l’Italia era il Paese più europeista, quando vi era un sondaggio che analizzava il favore verso l’Unione Europea o la moneta unica, mentre inglesi, scandinavi, spesso anche tedeschi si mostravano scettici e dubbiosi gli italiani spiccavano sempre per giudizi positivi.
Quei tempi sono passati. Non si è trattato tanto della crisi economica, che almeno nei sentimenti europeisti, oltre che nei portafogli, ha colpito di più la Grecia.
E’ negli ultimi anni che invece qualcosa è cambiato. I conflitti con la Commissione Europea del governo Renzi non hanno aiutato, e la retorica dell’Europa delle banche e della burocrazia hanno portato, pur in ritardo, sentimenti anti-europei che ancora non si erano visti.
Ma che ora sono molto evidenti. Voxeu riporta una elaborazione dei sondaggi fatti fin dal 1990 sulla moneta unica ben prima che questa esistesse.
E i dati sono molto interessanti
Sondaggi sull’euro, la crisi non ha influito molto sul supporto alla moneta unica, ma in Italia sì
Nei primi anni ’90 il supporto netto, ovvero la differenza era favorevoli e contrari, era già sul +40%, ed è poi calato a meno del +20% nel 1996-97, senza però mai divenire minoritario, per avere poi un aumento prima dell’introduzione formale, benchè ancora virtuale, nel 1999. Erano gli anni in cui si discuteva del cambio che le diverse monete avrebbero avuto con l’euro, c’erano diversi contrasti, poi risolti.
Dopo un nuovo calo al momento dell’introduzione fisica nel 2002 ci fu un massimo di sostegno, con un vantaggio netto anche del 50%, poi stabilizzatosi intorno al 40% fino alla crisi del 2008. Nel 2013 era stato toccato un nuovo minimo a +30%, da cui però si è oggi risaliti sopra il +40%, agli stessi livelli all’incirca di 10 anni fa.
Questa però è una media continentale e riguarda solo i primi 12 Paesi che hanno aderito all’euro.
L’esame dei sondaggi Paese per Paese porta a considerazioni diverse.
Vi sono Paesi in cui il sostegno all’euro è man mano aumentato e divenuto stabile, magari partendo anche da valori negativi, ovvero all’inizio i contrari alla moneta unica erano di più. E’ il caso per esempio di Austria, Germania e Finlandia.
In altri Paesi il sostegno netto è sempre stato piuttosto costante, per esempio in Francia, Irlanda, Paesi Bassi.
In Grecia è calato a zero prima della crisi per risalire gli ani successivi.
In Spagna e Portogallo vi è stato un calo dopo la crisi, con una risalita dal 2015.
Solo l’Italia vede un passaggio da livelli di sostegno altissimi, superiori a un +50%, a uno più tiepido dopo il 2002, a un calo oggi ai minimi. Siamo il Paese forse più euro-scettico. Chi l’avrebbe mai detto?