Perchè lo spread è ritornato a crescere
Gli eventi politici degli ultimi giorni hanno avuto ripercussioni anche sugli equilibri economici mondiali e potrebbero avere effetti anche sulla tenuta monetaria dell’Unione Europea. Uno degli indicatori di questa svolta è dato proprio dallo spread, un indicatore dell’affidabilità di un paese creditore.
Ieri i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono tornati a salire bruscamente, sfiorando quota 180 punti, insieme a quelli di tutta l’Europa del Sud. Il differenziale di rendimento fra titoli tedeschi e italiani a scadenze decennali è arrivato infatti all’1,80%. Oggi le obbligazioni del Tesoro rendono circa il 2,1%, già più di quanto messo in bilancio dal governo per il costo dei suoi finanziamenti a lungo termine nel 2017. Il premier Matteo Renzi non sembra però essere preoccupato: “aumenta lo spread? Ovvio, se c’è incertezza aumenta. Non è una minaccia, è una constatazione” – ha dichiarato.
Spread, le ripercussioni sull’unione monetaria
Le elezioni in America e la tenuta del debito dei paesi europei sono quindi fortemente collegati. Lo spiega Fubini sul Corriere della Sera.
Non si tratta quindi solo di un problema italiano, ma riguarda l’incertezza dello scenario politico dopo le elezioni presidenziali americane. La prospettiva che Donald Trump espella tre milioni di stranieri disposti a lavorare al di sotto del salario minimo, ostacoli le importazioni e finanzi un piano di infrastrutture in deficit potrebbe influenzare i mercati, facendo apparire possibile che in America ci sia una ripresa dell’inflazione. E quando i rendimenti si alzano in America, il costo del debito sale ovunque nel mondo. Le ricadute maggiori sono ovviamente nei paesi più ‘fragili’. In Europa parliamo ovviamente di Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Grecia.
L’oscillazione dei tassi di interesse tra i vari paesi è un ulteriore sintomo del pessimismo che ruota intorno alla tenuta dell’unione monetaria europea. Gli investitori non sono infatti convinti che l’euro resisterà intero ai prossimi eventuali choc. La freddezza del nuovo inquilino della Casa Bianca non fa che rafforzare questi dubbi. Se da una parte Barack Obama aveva dichiarato da Atene che è interesse di tutti che la Grecia resti nell’area euro, a New York Donald Trump si è fatto fotografare insieme a un nemico giurato dell’Unione europea, Nigel Farage. Un’amministrazione orientata in chiave antieuropeista. Adesso ci sarà da capire se ai proclami seguiranno i fatti, e quali saranno le conseguenze.