Sondaggi referendum costituzionale, per CISE No al 34%, Sì al 29%
Come tutti gli altri istituti di sondaggi anche CISE, che ha effettuato rilevazioni per il Sole 24 Ore, il No sopravanza il Sì, e se depuriamo i dati dagli astenuti e dagli indecisi, neanche di poco.
E però, seppure ai minimi storici, astenuti e indecisi ci sono. Sono al 37%. Molto meno di quello che altri istituti prevedono, come Ixè, ma ancora perfettamente in grado di modificare l’esito della consultazione.
In realtà CISE pone anche altre domande ai propri intervistati, per esempio sui contenuti veri e propri della riforma.
Solo poco più del 40% si ritiene informato in modo sufficiente, di fatto è un voto più politico che sui temi del referendum. Lo s vede anche dal fatto che maggioranze di favorevoli si vedono per i principali punti della riforma, con punte dell’83% per la certezza dei tempi di approvazione delle leggi presentate dal governo e del 57% per il monocameralismo. E tuttavia il giudizio complessivo diventa negativo, 52% contro 48%.
Sondaggi referendum costituzionale, gli italiani non credono a ripercussioni negative dei mercati in caso di vittoria del No
Dunque il No è al 34% contro il 29% del Sì, proiettato sul 100%, si tratta del 54% contro il 46%, un vantaggio di 8 punti, decisamente rilevante.
Gli italiani sembrano decisi per No, dunque tanto da non credere a conseguenze negative per l’economia in caso di bocciatura della riforma. La pensa così quasi il 60% degli intervistati.
Allo stesso tempo tuttavia sembrano a favore di una conseguenza indiretta della riforma costituzionale, ovvero l’Italicum, tanto che il 58% ritiene che sia giusto garantire la governabilità anche a discapito dei partiti minori, e non temono una eccessiva concentrazione di poteri in questo caso.