Aumenta ancora la forbice tra il “Sì” e il “No” al referendum costituzionale del 4 dicembre. A rilevarlo è l’ultimo sondaggio di Index Research per la trasmissione di La 7 Piazza Pulita, nell’ultimo giorno disponibile per la pubblicazione dei sondaggi sulla consultazione referendaria. Rispetto a una settimana fa, i contrari recuperano uno 0,6% (52,8%) sui favorevoli (47,2%) con uno scarto del 5,6%. E’ il più ampio vantaggio rilevato dall’Istituto demoscopico diretto da Natascia Turato da quando sono stati condotti sondaggi sul referendum costituzionale. Rispetto a una settimana fa calano di un punto gli indecisi (21%) mentre crescono gli astensionisti (41%).
Il margine di vantaggio del “No” è piuttosto consolidato da diverse settimane ma il “Sì” può certamente recuperare, soprattutto facendo affidamento su quel bacino di voti ancora incerti che, probabilmente, andranno a decidere l’esito della consultazione referendaria. Index così ha deciso di soffermarsi proprio sugli indecisi per capire in che direzione si muoveranno. Di quel 21%, il 27,6% pare orientato a votare “Sì”, il 23,8% ad astenersi, solo il 14,3% a votare “No” mentre il 34,3% non lo dichiara. La partita quindi, come si può facilmente intuire da questi ultimi dati, è ancora molto aperta e l’ampio vantaggio del “No” non deve ingannare. Il vantaggio del “No” è cospicuo ma non così tanto da parlare di match già chiuso. Anzi.
Referendum, in due settimane tutto può succedere
A due settimane dal referendum, tutto può ancora succedere. Le variabili in campo sono ancora molte: la campagna “porta a porta” del comitato “Basta un Sì” e il giro per l’Italia dei grillini, la riconquista del Sud a colpi di “Patti per il Mezzogiorno” da parte di Matteo Renzi e infine una serie di dibattiti televisivi che potrebbero contribuire a spostare un importante pacchetto di voti negli ultimi giorni. Sarà inoltre determinante l’aspetto relativo all’affluenza che dovrebbe assestarsi intorno al 60% o poco più. E’ evidente che una partecipazione maggiore non potrà che favorire il fronte del “Sì” il cui voto è certamente meno “militante” e spesso meno ideologico rispetto a quello del fronte del “No”.