Nella conferenza stampa per i 1000 giorni di governo, Matteo Renzi ha dato grande risalto ai sondaggi sul referendum. Per il premier, che si dice ottimista, la partita è tutt’altro che chiusa.
“Tutti i sondaggi danno il «No» al referendum in testa. Si potrebbe buttarla sul ridere dal momento che nel 2016 non ne hanno azzeccato una sola” ha affermato. Il riferimento, non tanto velato, è a quanto successo all’estero nelle ultime consultazioni. La Brexit, in primo luogo, e l’inaspettata elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Ma anche alle ultime tornate di casa nostra. Il premier ha, poi, ricordato come anche le previsioni delle elezioni europee di due anni fa si fossero dimostrate, a urne chiuse il 25 maggio, totalmente inesatte.
Renzi punta sugli indecisi
Insomma, il premier sostiene che la sfida con il “No” si giocherà “nell’ultimo miglio”. La chiave di volta, per il numero uno di Palazzo Chigi, è rappresentata dal popolo degli indecisi. Una fetta di elettorato, che le stesse rilevazioni riconoscono all’unisono come molto ampia. A fronte di un astensione del 50%, il range di coloro che non hanno deciso da che parte stare è abbastanza largo. Nel nostro ultimo sondaggio, abbiamo parlato del 12% ma altri istituti demoscopici hanno ipotizzato un maggior affollamento di questo campo. Come riporta l’Ansa, secondo Demos e Demopolis, gli indecisi sono al 25%.
“C’è un numero incredibile di indecisi” ha spiegato il segretario dem, sottolineando che “è fondamentale portare tanta gente a votare”. Il premier ha affermato che “la pancia del Paese vuole il cambiamento” e di essere “convinto che la maggioranza silenziosa degli italiani sappia scegliere sulla base del quesito poi potranno scegliere Sì o no”. Il numero uno di Palazzo Chigi fa, poi, delle previsioni sull’affluenza: “voteranno in tanti, 25-30 milioni“. E per vincere la sfida, saranno, quindi, necessari circa 15 milioni di voti.
Volatilità mercati, Renzi: “Non la usiamo come strumento di paura”
E mentre il divieto di pubblicare i sondaggi, come previsto per legge, è finalmente arrivato, la vicinanza con la consultazione potrebbe agitare i mercati. A dirlo è la Banca d’Italia, nel rapporto sulla Stabilità finanziaria pubblicato ieri. Per Palazzo Koch, infatti, si prevede”un forte aumento” della volatilità “a ridosso della prima settimana di dicembre”.
Come riporta La Stampa, Renzi invita alla moderazione. “Credo che sia fisiologico che davanti ad una possibile novità politica ci sia una fibrillazione maggiore dei mercati, personalmente reputo ovvio l’assioma riforme-pil su e al contrario che lo spread salga se non si fanno” ha detto il premier, che ha aggiunto: “Detto questo però chiarisco che il compito di chi sostiene il «Sì» non è usare la carta della paura ma cercare di riempire di motivazioni le ragioni del «Sì»”.
“Nostro compito era anche portare a casa la ripartenza che va ancora piano ma è molto più forte di prima” ha detto Renzi, snocciolando i dati sulla crescita del Pil e sulla diminuzione del rapporto deficit/Pil. Dati che, a detta del presidente, dicono che c’è ancora molto da fare. “Abbiamo fame, voglia di futuro, voglia di crescere. E questi numeri danno il senso dell’impegno” ha proseguito il premier.
Renzi: “Se vince il No verificheremo situazione politica”
Ricordando che il governo è nato per fare le riforme, in caso di vittoria del “No” Renzi sostiene che si farà una verifica della situazione politica. In questo senso, per il premier il futuro dell’esecutivo “lo scopriremo solo vivendo”.
“Comunque vada a finire”, ha, poi, affermato Renzi “resterà l’amara storia di chi ha votato sì tre volte. E poi ha cambiato idea perché ha perso il posto, perché non è più ministro, perché immagina che questo sia il congresso del partito”. Storia che, secondo Renzi “rimarrà agli atti, non per l’incoerenza, ma come desolazione della politica”.