Referendum: Napolitano ufficializza il suo appoggio per il ‘Si’
Referendum: Napolitano ufficializza il suo appoggio per il ‘Si’
L’appoggio al ‘Si’ da parte del Presidente emerito era nell’aria. Giorgio Napolitano si schiera definitivamente a favore della riforma targata Renzi-Boschi e rilancia: “aspetto questa riforma da 30 anni”. Il longevo rappresentante sia della prima che della seconda Repubblica – in politica da ormai 63 anni – va a rafforzare la schiera dell’opzione governativa. Napolitano ha preso posizione in maniera ufficiale nel suo intervento a Porta a Porta.
Referendum, Napolitano: “riforma consente di fare passi avanti. Può ridare potere al Parlamento”
Secondo il Presidente emerito, questa riforma consentirà di fare degli importanti passi in avanti. Afferma che “gli stessi Padri Costituenti erano consci del pasticcio legato al bicameralismo paritario”. Pertanto, per Napolitano il vero passo in avanti sta nel superamento del bicameralismo perfetto. Non si dilunga su CNEL e abolizione delle province. L’abolizione del CNEL è diventato, a tutti gli effetti, il punto di massimo contatto tra fautori del ‘Si’ e del ‘No’. Tra le dichiarazioni distaccabili, risulta la sua convinzione che – con la riforma – il Parlamento acquisirà maggior potere, “per via di una maggior chiarezza e limpidezza delle rispettive competenze”. L’argomento del Presidente emerito, in questo caso, contrasta frontalmente con quello delle file del ‘No’, che vede il rischio di un forte premierato. Infine, mette in guardia dall’avanzata delle nuove destre – tanto dalle europee come da quella d’Oltreoceano -.
Napolitano invita a non personalizzare e a non votare in funzione del governo
Napolitano ha affrontato il tema della personalizzazione del referendum, ormai la vera costante di questa campagna referendaria. “Si vota nel merito. Per il giudizio politico aspettiamo il 2018”. Il Presidente emerito cerca di contribuire, in questa maniera, alla causa di Renzi. L’ endorsement arriva a meno di due settimane dal voto. La discesa in campo del Re della politica italiana (per longevità) basterà al premier per portare a casa la vittoria?