Socialmuseums: il futuro dei musei italiani
Il futuro dei nostri musei passa dai social. Storytelling, post, tweet, hashtag sono le nuove parole chiave per coinvolgere il pubblico e rilanciare il patrimonio artistico italiano, soprattutto tra i nativi digitali. A ribadirlo è l’Associazione Civita che ha presentato venerdì scorso a Roma il suo X Rapporto “#socialmuseums. Social media e cultura fra post e tweet”.
Socialmuseums: 3 punti fondamentali
Secondo il X Rapporto Civita, sono tre i punti dai quali bisogna partire per avviare un processo di ammodernamento dei nostri musei. dare vita a dei veri e proprio “musei relazionali” (nel contesto statunitense viene definito the participatory museum, enfatizzandone l’aspetto dinamico e interattivo), prevedere opportuni investimenti e accrescere il proprio ruolo identitario e valoriale attraverso l’ ottimizzare le funzioni delle piattaforme social in linea e con i centri di ricerca e imprese innovative del settore.
Socialmuseums: rilanciare il marketing culturale
Secondo il Rapporto, per colmare le lacune italiane in materia di marketing culturale, bisogna investire sulla formazione di nuove professionalità, ottimizzare le risorse usando fondi nazionali e comunitari (come Horizon 2020, Agenda Digitale, Erasmus+). E’ necessario poi attuare programmi nazionali con la cooperazione di più ministeri (Mibact, Miur e Mise) e la ricercare una progettualità innovativa, con strategie digitale singole per ogni istituzione.
Socialmuseums: la riforma Franceschini e i social
Oltre alla nomina di nuovi direttori per i grandi musei pubblici italiani, la “riforma Franceschini” (tra i ministri più stimati di questo governo) ha interessato anche la governance, i servizi offerti e la propria autonomia, richiedendo loro un arricchimento dei fruitori reali o virtuali. In quest’ottica di rinnovamento è necessario sfruttare al massimo le possibilità offerte dai vari network per coinvolgere i potenziali fruitori dei musei. I musei dovrebbero poter dialogare in modo attivo con il proprio pubblico e coinvolgerli virtualmente nelle varie attività proposte.
Socialmuseums: la situazione attuale
Ad oggi, l’utilizzo dei social come mezzo non sembra costituire per i nostri musei un obiettivo strategico e rilevante. Il report evidenzia la “poca esperienza finora accumulata” e “la difficoltà di associare una piattaforma ad obiettivi specifici e, di conseguenza, monitorarne gli impatti quali/quantitativi”. Facebook, Twitter e Google+ sono ritenuti più efficaci dai musei, anche se manca ancora il pieno coinvolgimento degli utenti.