Donald Trump ha annunciato ieri la nomina di Nikki Haley come prossima ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite. Dopo la sorprendente vittoria dello scorso 8 novembre contro la super favorita Hillary Clinton, il Presidente eletto sta componendo pezzo per pezzo la squadra della sua prossima amministrazione che entrerà in carica ufficialmente dalle 12 del 20 gennaio prossimo.
Fino a ieri il magnate immobiliare aveva nominato Reince Preibus come capo del suo staff alla Casa Bianca e l’ex editore del sito di estrema destra Breitbart News, Stephen Bannon, come suo “consigliere speciale”. Negli ultimi giorni, Trump aveva nominato anche il senatore dell’Alabama Jeff Sessions a procuratore generale, il deputato del Kansas Mike Pompeo a direttore della Cia e il generale Michael Flynn come consigliere per la sicurezza nazionale. Le caselle di peso che rimangono ancora da riempire sono quelle di Segretario di Stato (Mitt Romney e Rudy Giuliani sono in pole position) e di Segretario alla Difesa.
Il potere di nomina del Presidente degli Stati Uniti è previsto dall’articolo 2 della Costituzione ma solo “con il parere e il consenso del Senato”. Dopo le elezioni dello scorso 8 novembre, il Partito Repubblicano ha mantenuto il controllo di entrambe le ali del Congresso nonostante abbia perso tre senatori. Dal prossimo gennaio potrà contare su 51 voti al Senato e 240 alla Camera contro, rispettivamente, i 46 e 294 dei democratici.
Figlia di immigrati indiani di religione Sikh
Nikki Haley oggi è al secondo mandato come governatrice della Carolina del Sud. E’ stata la prima donna nella storia degli Stati Uniti ad aver ricoperto questo ruolo nel suo Stato e una delle 6 donne che ancora oggi governano uno dei 50 stati federati. Inoltre, Haley è figlia di immigrati indiani di religione Sikh: il suo nome di battesimo è Nimrata Nikki Randhawa. In un’intervista del 2010 al New York Times Haley rivelò che crescere in una piccola cittadina della Carolina del Sud come Bamberg non era stato per niente facile per via della sua religione, con i suoi fratelli che si erano dovuti tagliare i capelli dopo le prese in giro dei compagni di scuola. Condizionata dalla sua esperienza personale, durante la campagna elettorale Haley aveva criticato più volte le dure posizioni di Trump sull’immigrazione e la proposta di bandire l’ingresso dei musulmani negli Stati Uniti. Durante il contro discorso sullo Stato dell’Unione del 9 gennaio scorso, Haley aveva attaccato il candidato repubblicano alla Presidenza: “durante periodi di ansie si può essere tentati di seguire il richiamo della sirena delle voci più arrabbiate ma dobbiamo resistere a queste tentazioni. Chi è disposto a lavorare duro, a rispettare le nostre leggi e chi ama le nostre tradizioni non dovrebbe mai sentirsi a disagio in questo paese”.
Nonostante questo, durante il suo contro discorso Haley aveva detto anche che gli Stati Uniti “non possono aprire completamente i propri confini permettendo ai migranti di entrare illegalmente” e “in tempi di terrorismo non si possono far entrare rifugiati le cui intenzioni non sono chiare”. In una successiva intervista a Matt Lauer di Nbc News, Haley aveva ammesso di riferirsi al magnate newyorchese durante il suo contro discorso: “Trump ha definitivamente contribuito a quelli che penso siano toni da irresponsabili”. Il candidato repubblicano le aveva risposto a modo suo: “Nikki Haley è debole sull’immigrazione illegale” aveva detto durante la trasmissione televisiva Fox & Friends.
The people of South Carolina are embarrassed by Nikki Haley!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 1, 2016
La carriere politica di Nikki Haley
Nikki Randhawa (44 anni) ha studiato ragioneria alla Clemson University e nel 1996 si è sposata con Michael Haley, capitano della guardia nazionale che ha servito in Afghanistan fino al 2013. Il matrimonio è stato celebrato con due cerimonie diverse – una Sikh e una metodista – anche se Nikki aveva annunciato prima del rito di essersi definitivamente convertita al cristianesimo.
Dopo l’esperienza alla Camera dei Rappresentanti della Carolina del Sud, Haley nel 2009 decise di candidarsi alla poltrona più ambita del suo Stato vincendo contro il candidato democratico Vincent Sheheen anche grazie all’endorsement della governatrice dell’Alaska ed ex candidata vicepresidente, Sarah Palin. Le posizioni di Haley sono quelle tipiche di un politico repubblicano americano (Trump escluso): conservatrice sui diritti civili e sociali (anti-aborto, anti matrimoni omosessuali, totale libertà sul possesso delle armi) e liberale in economia (Stato minimo, taglio massiccio delle tasse federali). Dopo la strage di Charleston (17 giugno 2015) in cui un suprematista bianco causò la morte di 9 afroamericani in una chiesa metodista, la governatrice Haley decise di far rimuovere dal Parlamento di Columbia la bandiera confederata, simbolo per decenni del razzismo strisciante del Sud. Per questo, Haley fu elogiata anche dal Presidente Barack Obama.
South Carolina taking down the confederate flag – a signal of good will and healing, and a meaningful step towards a better future.
— President Obama (@POTUS44) July 10, 2015
Prima della sua elezione alla carica di governatrice, Haley era stata oggetto di un attacco molto pesante da parte di Jake Knotts, un senatore statale della Sud Carolina. “Abbiamo già un ‘raghead’ (slang dispregiativo per indicare i musulmani, gli arabi o i sikh, ndr) a Washington (Obama, ndr) – aveva detto durante un comizio –. Non ne vogliamo un altro come governatore”.
Nikki Haley è considerata dal giorno della sua elezione a governatrice un astro nascente nel Partito Repubblicano e molti, prima della campagna elettorale, davano per certa la sua candidatura alla Casa Bianca quest’anno. Non se n’è fatto di niente. Chissà che questo non succeda tra quattro anni.
La nomina di Nikki Haley si può leggere nella chiave di un tentativo di conciliazione tra il Presidente eletto e l’establishment del Partito Repubblicano, che mai lo ha sostenuto durante la lunga campagna elettorale. Haley durante le primarie del Gop aveva prima appoggiato il senatore della Florida Marco Rubio e poi quello del Texas, Ted Cruz. E Trump non l’aveva presa per niente bene. Dopo la vittoria nel suo Stato contro Rubio aveva tuìttato: “i cittadini della Sud Carolina sono imbarazzati da Nikki Haley”. Dal canto suo, durante il periodo delle primarie, la governatrice aveva descritto Trump come “qualunque cosa che un governatore non vuole in un Presidente”.
Dopo la vittoria di Trump alle primarie si era parlato di lei come possibile candidata vicepresidente ma Haley aveva smentito questa possibilità. La governatrice dopo la Convention di Cleveland aveva comunque annunciato che avrebbe votato per Trump nonostante non fosse “una sua fan”. “E’ brava nel concludere affari – ha giustificato così la sua nomina il Presidente eletto – sa mettere insieme le diverse personalità a dispetto del partito di appartenenza”. “Il nostro paese deve affrontare enormi sfide in casa e fuori – ha accettato Haley – sono onorata che il Presidente mi abbia scelto per far parte della sua squadra”.
Le 4 sfide da affrontare all’Onu
Nikki Haley non ha alcuna esperienza in politica estera ma, come ha fatto notare il Post and Courier di Charleston, durante il suo mandato la governatrice ha compiuto 8 viaggi fuori dagli Stati Uniti, anche in Europa. Secondo The State (il giornale più importante della Sud Carolina con sede nella capitale Columbia), sono quattro le sfide che Haley dovrà affrontare durante il suo mandato all’Onu: l’accordo con l’Iran (di cui si è detta contraria insieme ad altri 14 governatori repubblicani), la pace in Medio Oriente, il rispetto dei diritti umani nelle carceri americane e la crisi globale dei migranti. Più il dossier russo che si intreccia indissolubilmente con i rinnovati rapporti di amicizia tra Trump e Vladimir Putin.
Se il Senato dovesse approvare la sua nomina – e non ci sono ragioni per pensare il contrario – Nikki Haley succederà all’ambasciatrice alle Nazioni Unite Samantha Power, nominata da Obama nel giugno 2013.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo