“Questo giornale crede che gli italiani dovrebbero votare ‘No’ al referendum del 4 dicembre”. Il prestigioso settimanale britannico The Economist dà un altro dispiacere al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Dopo la copertina in cui il premier veniva raffigurato con un gelato in mano nel bel mezzo della crisi dell’euro e dopo quella sulle banche italiane in difficoltà, l’influente settimanale si schiera contro la riforma costituzionale su cui il premier italiano ha puntato tutto. L’editoriale pubblicato sul sito non ha firma ma ha un titolo emblematico: “Perché l’Italia dovrebbe votare ‘No’ al suo referendum”. L’Economist accusa il Presidente del Consiglio di aver “sprecato due anni sui ritocchi costituzionali” senza fare le riforme strutturali necessarie, “dalla giustizia all’istruzione”. “Quanto prima l’Italia tornerà alle vere riforme – conclude il settimanale britannico – tanto meglio sarà per l’Europa”.
Referendum, l’Economist e la paura dell’uomo solo al comando
Sul merito l’Economist (controllato per il 43% dalla Exor della famiglia Agnelli) scrive che la riforma costituzionale su cui gli italiano saranno chiamati a votare “non risolve il principale problema, ovvero la mancanza di volontà nel riformare il paese”. Inoltre, e su questo punto le tesi del settimanale si allineano perfettamente ad alcune di quelle del fronte del “No”, i benefici della riforma sono “secondari” e controbilanciati da aspetti negativi: “soprattutto il rischio che la riforma produca un uomo forte eletto, nel paese di Benito Mussolini e Silvio Berlusconi e che si è dimostrato vulnerabile al populismo”.
Le modifiche costituzionali sono anche “offese ai principi democratici” in quanto il Senato non sarà più eletto dai cittadini ma formato da sindaci e consiglieri regionali, i quali rappresentano la “classe politica più corrotta” di tutta Italia. Inoltre i nuovi senatori manterranno anche l’immunità parlamentare, elemento che potrebbe rendere il Senato appetibile ai “politici più squallidi”.
“La nuova legge elettorale favorirà il M5S”
L’Economist va all’attacco non solo della riforma costituzionale ma anche della legge elettorale Italicum che “potrebbe dare un potere immenso a qualsiasi partito ottenga la maggioranza alla Camera” e favorire per questo Beppe Grillo, il leader del Movimento 5 Stelle che il settimanale britannico definisce come “discombobulated” (confuso) per la sua richiesta di un referendum per uscire dall’euro.
La conclusione del settimanale britannico comunque è drastica: “gli italiani non dovrebbero essere ricattati” da Renzi che ha promesso di dimettersi in caso di vittoria del “No” al referendum. “Le dimissioni di Renzi non dovrebbero essere la catastrofe di cui molti in Europa hanno paura – si legge alla fine dell’editoriale –. L’Italia potrebbe formare presto un governo tecnico come ha già avuto in passato”.
Le copertine della discordia
Non è la prima volta che il settimanale britannico molto letto nei salotti finanziari interviene a gamba tesa sulle dinamiche politiche italiane. E’ ormai passata alla storia la copertina pre-elezioni politiche del 2001 in cui Silvio Berlusconi veniva definito “unfit” (inadatto) a guidare l’Italia. Di recente uno scontro con il premier Renzi è stato causato da una copertina sulla crisi dell’Europa e dell’euro in cui l’ex sindaco di Firenze veniva raffigurato, insieme agli altri leader europei, con un gelato in mano su una barca che affonda. Renzi da par suo rispose goliardicamente facendosi portare un gelato Grom nel cortile di Palazzo Chigi offrendolo ai giornalisti presenti.