Governo tecnico, ecco chi potrebbe raccogliere l’eredità di Renzi
Ieri il settimanale inglese Economist ha #bocciato, senza mezzi termini, la riforma costituzionale e per il dopo voto vedrebbe di buon occhio un governo tecnico.
Il premier Matteo Renzi ha più volte ribadito che non ci saranno governi tecnici dovesse vincere il No. Dichiarazioni che hanno trovato concorde il leader della Lega, Matteo Salvini. “Non ci servono lezioni da chi non ha previsto la crisi del 2008, da chi diceva che ci sarebbe stato il disastro dopo Brexit, quando ora l’Inghilterra sta crescendo come mai negli ultimi 11 anni”.
Nonostante l’avversione della politica ai governi tecnici, l’ultimo a decidere sarà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un Renzi bis potrebbe esserci solo nel caso in cui non si trovasse la quadra su altri governi politici. Ma se la maggioranza parlamentare dovesse accordarsi su un governo tecnico, meno vicino alle stanze di Bruxelles di come lo fu Monti nel 2012, chi ricoprirebbe la carica di premier?
Governo tecnico, i nomi
Secondo La Stampa, i nomi che si fanno nella capitale europea sono quelli del “presidente del Senato Pietro Grasso o a Pier Carlo Padoan – con Lorenzo Bini Smaghi all’ Economia e Mario Monti agli Esteri”.
Recentemente si è fatto il nome anche del ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda che però ha smentito ogni illazione sul suo conto attraverso un’intervista al Corriere della Sera. “E’ la decima volta che lo ripeto: è una cosa che non esiste. La stagione dei governi tecnici è finita, ed è un bene. E poi faccio il ministro dello sviluppo economico da pochi mesi, devo ancora dimostrare di saperlo fare”.
Anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha dichiarato che non ricoprirà il ruolo di premier in un eventuale governo tecnico. “Le preferenze non mi interessano, non sono un politico. Non sussiste neanche come ipotesi”.
Dopo Renzi, gli scenari
E allora chi raccoglierà l’eredità di Renzi? Il premier, dopo un incontro al Colle con il presidente della Repubblica, ha affermato che a decidere se andare alle elezioni anticipate sarà Mattarella. E’ presumibile immaginare che il Capo dello Stato, dopo aver capito che un governo tecnico non avrebbe la maggioranza necessaria per sopravvivere visto il niet del Pd e delle altre forze politiche, ridia il mandato a Renzi con compiti specifici: manovra di stabilità e riforma della legge elettorale.
Silvio Berlusconi ha già affermato di essere pronto a sedersi al tavolo delle trattative. Tutto però dipenderà da come finirà il 4 dicembre.