Anche nell’Est Europa arrivano le indagini per corruzione, e i politici reagiscono come da noi
L’economia dell’Est Europa continua a tirare, ormai sono questi Paesi a trainare la UE
Vi sono porzioni di Europa che paiono lontanissime dall’Italia: mentre l’Italia festeggia un +0,9%, consolazione dopo l’inatteso stop alla crescita nel secondo trimestre 2016, per fortuna sostituito da un piccolo balzo nel terzo, in altre aree i discorsi sul mancato raggiungimento del +1% di crescita o la soddisfazione perchè compare un segno + non paiono distanti alcune centinaia di km, ma sembrano provenire da un altro continente.
E’ l’Est Europa, che finora ha seguito traiettorie economiche e politiche molto peculiari e distinte dai nostri.
Anche politicamente è faticoso a volte incasellare i partiti politici nei consueti schieramenti, le forze politiche nascono e muoiono velocemente, cambiano nome, molti sono i partiti populisti basati su una singola personalità.
Come si vede però in questo campo già le distanze si accorciano.
E diventano quasi nulle se guardiamo alla corruzione, agli scandali, alle indagini che riguardano i politici e l’economia.
Slovacchia traino dell’Est Europa, ma anche ai primi posti per corruzione
Parliamo oggi in particolare della Slovacchia, uno degli ultimi Paesi del Centro-Est Europa a svilupparsi e ad avvicinarsi all’economia occidentale, certamente dopo Polonia, Repubblica Ceca, Paesi Baltici. E però uno di quelli che dalla fine degli anni ’90 ha conosciuto una crescita impetuosa, divenendo in molti casi la destinazione preferita di molte case automobilistiche e di molte multinazionali.
Attualmente sta per raggiungere quanto a PIL pro-capite la sorella e rivale Repubblica Ceca, da cui si è divisa consensualmente nel 1993 e rispetto alla quale era sempre stata più povera e arretrata.
La crescita nel 2015 è stata del 3,8%. Sarà del 3,4% nel 2016, del 3,2% nel 2017. Ritmi superiori non solo alle medie italiane, ma anche dell’Est Europa stessa.
Eppure in qualcosa siamo simili.
E’ proprio di questi giorni un durissimo scontro tra il premier Fico e la stampa su presunti appalti senza gara legati alla presidenza della UE affidata proprio alla Slovacchia per la seconda parte del 2016.
Hatkova, una donna che faceva parte del comitato per l’organizzazione di eventi culturali legati alla presidenza UE, ha denunciato, assieme a Trasparency International, che era stato fatto pressione su di lei proprio perchè per concerti ed altri eventi non fosse fatta una gara di appalto pubblica, ma fosse coinvolta solo un’agenzia vicina al partito di Fico, il socialista Smer. Il risultato è stata anche una spesa al di sopra dei prezzi di mercato.
La reazione di Fico, formalmente leader di un partito de PSE, ma su posizione populiste ed euroscettiche alleato di forze nazionaliste, è stata furente.
In una conferenza stampa ha chiamato “sporche prostitute anti-Slovacchia” i giornalisti.
“Alcuni di voi sono sporche prostitute anti-Slovachia, e ribadisco le mie parole, voi non informate, voi combattete il governo”
Il ministro degli esteri, presente alla stessa conferenza stampa, era stato più moderato, dicendo che in realtà non sono neanche stati spesi tutti i soldi del budget.
Non è la prima volta che Fico si scontra con la stampa, e del resto non si tratta dell’unico scandalo nel Paese
A fine 2011 fu rivelato il contenuto di alcune intercettazioni effettuate dal servizio di informazioni interne in un appartamento di Bratislava nel 2005 e 2006 tra persone di primo livello come il capo dell’anti-corruzione, l’allora leader di Smer e attuale premier Fico,un membro del fondo per le proprietà statali, due uomini di affari, di cui uno facente parte di un fondo d’investimento con l’allora vice-premier.
Quello che emergeva era un intreccio di corruzione e accordi per appalti truccati e spartizione di profitti per privatizzazioni, che provocò manifestazioni e proteste.
Non si sono mai trovate le registrazioni effettive, solo una trascrizione fatta trapelare su internet. Gli accusati risposero dicendo che si trattava di pure invenzioni, ma le conseguenze sui rapporti tra società civile, politica giornalismo si sono trascinate, e rimangono attualissime.
Come da noi