E’ morto Fidel Castro, il “Líder Máximo” della rivoluzione cubana
Il leader della rivoluzione cubana Fidel Castro è morto venerdì all’età di 90 anni. L’annuncio è arrivato direttamente dal fratello Raúl alla televisione di Stato cubana. “E’ con profondo dolore che informo la nostra gente, i nostri amici in America e il mondo intero che il 25 novembre alle 10.29 è scomparso il Comandante in Capo della Rivoluzione cubana, Fidel Castro” ha detto l’attuale Capo dello Stato aggiungendo che “in conformità con la volontà da lui espressa, il suo corpo sarà cremato nelle prime ore di sabato”. Fidel Castro è stato il politico nella storia ad aver tenuto il potere più a lungo nel proprio paese eccetto la Regina Elizabetta II. Castro era malato da circa 10 anni quando aveva deciso di lasciare in eredità il potere al fratello Raúl (85 anni), oggi Capo di Stato e di Governo della piccola isola caraibica. Il “Lider Maxìmo” aveva lasciato la carica di Presidente nel 2008 e abbandonato qualunque responsabilità nel 2011 quando proprio il fratello era diventato Primo Segretario del Partito Comunista Cubano (Pcc). Più volte negli ultimi mesi si erano rincorse voci sulla scomparsa di Castro ma il capo-popolo aveva sempre smentito queste notizie con sporadiche apparizioni pubbliche.
Castro e la rivoluzione comunista a Cuba
Nato il 13 agosto del 1926 da una famiglia di spagnoli immigrati sull’isola, Fidel Alejandro Ruz Castro è conosciuto soprattutto per essere stato il leader indiscusso della rivoluzione cubana del 1959 che portò al rovesciamento del regime del generale Fulgencio Batista, arrivato al potere con un colpo di Stato militare. Dopo una serie di vittorie con i suoi guerriglieri, Castro e i suoi uomini entrarono trionfalmente all’Avana a capodanno del 1959 sancendo la fine del regime di Batista. Da quel momento in avanti il “Lider maxìmo” non avrebbe più lasciato il potere sull’isola diventando prima Comandante in Capo delle Forze Armate, poi membro e infine Presidente del Consiglio di Stato (la massima carica cubana che racchiude quella di Capo di Stato e di governo). Castro era coadiuvato da Che Guevara, guerrigliero cubano diventato nel tempo un’icona nei movimenti rivoluzionari comunisti. Dopo la rivoluzione castrista iniziò l’embargo degli Stati Uniti con Cuba, concluso solo con la ripresa dei rapporti diplomatici il 17 dicembre 2014.
Ispirato fin da giovane al marxismo rivoluzionario, da quel momento in avanti Castro mise su un rapporto proficuo con l’Unione Sovietica che causò un inasprimento nei rapporti con gli Stati Uniti e nei primi anni ’60 anche ad un pericolo imminente di nuova guerra mondiale. Nei primi mesi del 1961 gli Stati Uniti tentarono di rovesciare il governo di Castro assoldando esuli cubani e mercenari la cui invasione nella Baia dei Porci fu respinta con perdite da parte delle forze armate di Castro. Dei 1500 combattenti cubani assoldati dal governo americano, la maggior parte furono imprigionati o uccisi. L’operazione mangusta, che andò avanti almeno fino al 1975, era stata messa in piedi dalla Cia per volere dell’allora Presidente Dwight Eisenhower e poi sostenuta da John Fitzgerald Kennedy, entrato in carica nel gennaio 1961.
Un anno dopo, la Guerra Fredda toccò un nuovo apice di criticità con la crisi missilistica dell’aprile 1962: in quell’occasione un aereo da ricognizione americano scoprì l’esistenza di basi missilistiche nucleari sull’isola installate dall’Unione Sovietica. Anche grazie alla mediazione decisiva di Papa Giovanni XXIII, dopo 13 giorni gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica raggiunsero un accordo che prevedeva il ritiro sovietico delle basi missilistiche a Cuba in cambio dell’impegno americano di non tentare più l’invasione dell’isola, come era successo nel 1961.
(Fidel Castro e Che Guevara)
Per ovviare all’embargo con gli Stati Uniti, il governo cubano ottenne negli anni a venire lauti finanziamenti dall’Unione Sovietica che importò dall’isola grandi quantità di zucchero. Ma nonostante gli ottimi rapporti tra Castro e i diversi Segretari del Partito Comunista Sovietico – da Kruscev a Breznev –, il “Lider Maxìmo” posizionò Cuba tra i “Paesi non allineati” alle due potenze mondiali.
Nella biografia ufficiale scritta dall’ex ambasciatore britannico a Cuba, Leycester Coltman, viene citato un famoso discorso che Castro tenne al sesto vertice dei “Paesi non allineati” all’Avana nel 1979 e che forse sintetizza il suo pensiero nell’ambito dell’economia e della giustizia sociale: “Perché alcune persone devono camminare a piedi nudi, in modo che altre possano viaggiare in auto di lusso o perché alcuni devono vivere in miseria così che altri siano estremamente ricchi?”.
La “perestrojka” di Michail Gorbaciov, poi, pose fine ai prestiti e ai finanziamenti dell’Unione Sovietica verso Cuba. Così, da metà degli anni ’80, l’isola è entrata in una crisi economica profonda che in pochi anni ha portato a migrazioni di massa verso gli Stati Uniti e in particolare verso la Florida.
Ancora oggi, nonostante alcune liberalizzazioni economiche, Cuba è a tutti gli effetti una delle poche dittature comuniste sopravvissute allo scioglimento dell’Unione Sovietica del 1991 – insieme a Cina, Vietnam, Laos e Corea del Nord.
(Fidel Castro e Nikita Kruscev)
Ad aprile, di fronte alla platea dei delegati riuniti per il VII Congresso del Partito Comunista, Castro aveva tenuto il suo ultimo discorso pubblico: “tra poco avrò 90 anni e sarò come tutti gli altri, arriva il turno di tutti. Ma le idee dei comunisti cubani resteranno”.
Fidel Castro, nel corso del tempo, è diventato il simbolo non solo della rivoluzione comunista compiuta (con tutti i suoi crimini connessi) ma è stato spesso accostato al Davide che è riuscito a sconfiggere Golia (Cuba-Stati Uniti) dando speranza a centinaia di migliaia di cittadini che si oppongono allo strapotere dell’occidente.
"Con profundo dolor comparezco para informar que hoy falleció el comandante en jefe, Fidel Castro" https://t.co/g9UD1jfwkD pic.twitter.com/N2pugFTuhp
— EL PAÍS (@el_pais) November 26, 2016
Stati Uniti-Cuba, la fine dell’embargo
Nel dicembre 2014 Cuba e Stati Uniti hanno iniziato a trattare per arrivare alla fine dell’embargo decennale. L’accordo – ancora molto avversato da alcune parti politiche in entrambi i paesi – ha portato alla ripresa dei rapporti commerciali che saranno intensificati nei prossimi mesi. Ma l’abolizione totale dell’embargo con Cuba passa dall’approvazione del Congresso degli Stati Uniti controllato dai Repubblicani che più volte hanno criticato la scelta del Presidente Obama di aprire ad un paese che ancora oggi rimane una dittatura comunista.
Dopo la ripresa delle trattative commerciali tra i due paesi il numero di cubani entrati negli Stati Uniti è quasi raddoppiato negli ultimi due anni. Nei primi dieci mesi del 2016, secondo una ricerca del Pew Research Center, i cubani entrati negli Stati Uniti via mare sono stati ben 46.635, tremila in più rispetto ai 43.159 entrati nel 2015 e quasi il doppio di quelli del 2014 (24.278).
Giacomo Salvini