Morte Fidel Castro, M5S: rivoluzionario come Casaleggio
Gian Roberto Casaleggio come Fidel Castro. Sono passate poco più di 48 ore dalla morte del “Lider maxìmo” che in Italia c’è già chi azzarda paragoni tra il Comandante in Capo della rivoluzione cubana e personaggi della politica italiana. In particolare, due esponenti di peso del Movimento 5 Stelle, la deputata del direttorio Carla Ruocco e il senatore Nicola Morra, hanno paragonato Castro al fondatore del Movimento 5 Stelle Casaleggio, scomparso lo scorso aprile.
Ruocco sabato mattina, a poche ore dall’annuncio a reti unificate del fratello Raul Castro, ha tuìttato una foto in cui vengono accostati Castro e Casaleggio insieme a una storica citazione proprio del “Lider maxìmo”: “Nessun rivoluzionario muore invano”. Il cinguettìo della deputata grillina in pochi istanti ha causato l’ira e l’ilarità del web. “Ciao Fidel, insegna agli angeli a programmare le piattaforme digitali” scrive ironicamente qualcuno mentre altri chiedono alla Ruocco di preparare “un santino di Gesù Cristo” in caso di scomparsa dell’altro fondatore del M5S, Beppe Grillo.
Morra (M5S): “Casaleggio e Castro due uomini rivoluzionari”
Stamani il senatore Morra si è detto d’accordo sull’accostamento di Ruocco: “Carla Ruocco su Twitter ha associato Fidel Castro a Casaleggio? Ben venga questo accostamento in termini di uomini rivoluzionari” ha detto durante un’intervista di Ecg Regione a Radio Cusano Campus. “E’ una questione semantica – ha argomentato Morra –. Se il termine rivoluzionario vuole indicare colui che rompe con una prospettiva di pensiero e di azione, l’accostamento ci sta tutto. Se, al contrario, rivoluzionario è solo colui che combatte con armi in trincea a favore di un convincimento, la differenza emerge”. Casaleggio non è stato esattamente un “rivoluzionario” ma un “visionario” ha aggiunto il senatore grillino, in quanto “ha rotto con alcuni scenari politicamente ammuffiti in Italia” ed “è riuscito a far comprendere a moltissimi che si poteva far politica diversamente, in modo libero, attraverso la rete”.
Sul web qualcuno ha anche fatto notare a Carla Ruocco il post non proprio amichevole nei confronti della dittatura cubana pubblicato sul blog di Beppe Grillo il 26 maggio 2005, quando Fidel Castro era ancora al vertice dello Stato caraibico. In quel post intitolato “l’etica della repressione” si accusava Telecom Italia di partecipare “per via finanziaria” al programma di repressione del popolo cubano messo in piedi dall’operatore ETEC SA. Dieci anni dopo, probabilmente, qualcuno ha cambiato idea.