Scontro Salvini-Bossi: anche la Lega a rischio spaccatura?
Scontro Salvini-Bossi: anche la Lega a rischio spaccatura?
“Salvini ha i sondaggi, non i voti. Fa casino, ma non ha un programma e nemmeno l’esperienza per fare il premier. Poi quando si vota per davvero, come a Milano, noi crolliamo”. Umberto Bossi torna all’attacco di Matteo Salvini e lo fa attraverso un’intervista al Corriere della Sera.
Il Senatùr boccia senza remore l’operato dell’attuale segretario leghista. “Sul partito nazionale sbaglia di grosso. Alla maggior parte della gente non frega molto di essere italiana, sono prima di tutto lombardi, veneti… soprattutto adesso che Renzi vuole cancellare le Regioni: la Lega deve stare dove è nata”.
Sbagliata anche la strategia sovranista che sta portando la Lega ad allontanarsi dall’elettorato moderato di cui fa parte Forza Italia. Per questo, dice Bossi, “ci vuole un congresso. La base non vuole più uno che ogni giorno parla di un partito nazionale: il nuovo segretario lo deciderà il congresso, che è sovrano”.
Al Senatùr ha replicato in giornata Matteo Salvini. “Migliaia di militanti ed elettori della Lega – ha detto all’ANSA – sono impegnati per far vincere il No al referendum, per bloccare una riforma che centralizza tutto e cancella libertà e democrazia. Non stanno chiacchierando di beghe di partito”.
Scontro Salvini-Bossi, è guerra aperta nella Lega
La posizione di Bossi non è stata però condivisa da Roberto Maroni. Il governatore della Lombardia ha affermato che “c’è già un segretario e si chiama Matteo Salvini” mentre “sul congresso deciderà il segretario quando farlo”.
L’ex segretario leghista potrebbe guidare una personale corrente contro quella salviniana e bossiana. Non è passato inosservato infatti che nemmeno due giorni fa, Maroni abbia firmato con il premier Renzi il “Patto per la Lombardia”, che porta nelle casse lombarde 11 miliardi di euro in investimenti. Una scelta che stride con la strategia adottata da Salvini che prevede guerra totale al governo. Maroni e Bossi potrebbero rappresentare un enorme ostacolo per la svolta sovranista che Salvini vuole imprimere alla Lega.