La risposta del M5S alle accuse di Buzzfeed
La risposta del M5S alle accuse di Buzzfeed
Ad alzare il polverone un articolo firmato da Alberto Nardelli, giornalista ex Guardian, e Craig Silverman, esperto di comunicazione, per il noto aggregatore di notizie Buzzfeed. Nel corsivo, sin dal titolo, non viene lasciato adito a dubbi. Il Movimento a 5 Stelle, via Casaleggio Associati, sarebbe responsabile della diffusione sistematica di notizie false, bufale, teorie del complotto, oltre che di far propaganda per Putin, attraverso un articolato network di pagine social e siti web, in modo incessante, “every day, all day”.
La risposta del M5S alle accuse di Buzzfeed
Oggi, con un post intitolato “L’inchiesta di Buzzfeed è una fake news”, apparso su Il Blog delle Stelle, è arrivata la risposta di deputati e senatori del Movimento che qui di seguito si riporta integralmente:
L’articolo di Buzzfeed pubblicato ieri rilancia le teorie complottiste pubblicate dalla Stampa che si sono eclissate dopo l’articolo di Bechis su Beatrice Di Maio / Titti Brunetta. Il M5S ha i suoi account social ufficiali, il suo sito ufficiale e il suo blog ufficiale, così i suoi portavoce. Altri siti o account social non ufficiali non sono riconducibili al MoVimento 5 Stelle, come ha dimostrato il caso Beatrice Di Maio.
Gli eletti del M5S negli ultimi mesi hanno incontrato centinaia di figure istituzionali di paesi stranieri, tra cui quello russo, sia La Stampa sia Buzzfeed hanno omesso questo piccolo particolare. Le accuse di fare propaganda pro Cremlino o di diffondere notizie false è ridicola. In Italia i produttori di bufale sono i giornali tradizionali e l’unica propaganda che fanno è quella pro Renzi e pro Pd. Buzzfeed dovrebbe fare un articolo sulla libertà di stampa in Italia visto che il nostro Paese è al 77° posto nella classifica di Reporter senza Frontiere ed è considerato parzialmente libero.
Un’altra bufala riportata da Buzzfeed è che i parlamentari M5S abbiano firmato un contratto con la Casaleggio Associati. I due giornalisti che firmano l’articolo dovrebbero correggere immediatamente almeno questa frase e scusarsi tramite una nota con i lettori per aver diffuso questa informazione falsa e che avrebbe richiesto solo un attimo di attività di verifica per non essere pubblicata, così come tutto il resto dell’articolo.