Agrigento, si dimette il sindaco condannato
Abuso d’ufficio, corrispondente ad 80 giorni di reclusione. E’ abbastanza secondo il diretto interessato, Marco Zambuto, per dimettersi dal suo prestigioso ruolo nell’isola di Sicilia: sindaco di Agrigento.
Esponente del Partito Democratico, Zambuto era primo cittadino di Agrigento dal 2007, anno nel quale aveva battuto Enzo Camilleri (esponente di centro destra). Poi un lungo trasformismo politico. Via dal campo della sinistra, si è accasato nelle fila del Pdl. Poi, due anni dopo, nel 2010, aveva optato per l’Udc. Con questa formazione politica, storicamente forte in Sicilia, si è ricandidato nel 2012 vincendo le elezioni. Il cambio casacca, tuttavia, non finisce lì: come se la vita fosse un cerchio, torna nel Pd (corrente renziana). Quest’ultimo partito gli ha permesso di essere eletto alla Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, trampolino di lancio per una splendida candidatura europea non seguita, malgrado ciò, dall’elezione: i 65.000 suffragi ottenuti non sono risultati abbastanza per essere eletto.
Ma veniamo alla conferenza stampa di stamane: qui Zambuto ha annunciato le dimissioni, seguendo l’esempio di Orsoni a Venezia. Da qualche giorno, infatti, il gup (giudice dell’udienza preliminare, ndr) del Tribunale di Agrigento gli ha inflitto quei due mesi e venti giorni per aver commesso il reato di “abuso d’ufficio nell’ambito di una inchiesta su alcuni spazi acquistati da un’agenzia pubblicitaria con i soldi della Fondazione teatro Pirandello e pubblicati su un quotidiano regionale. Secondo l’accusa, anziché promuovere le attività della Fondazione Zambuto avrebbe fatto propaganda alla sua attività politica”, secondo la ricostruzione de quotidiano La Repubblica.
Amare le considerazioni del politico di Agrigento: “accetto la sentenza, ma siccome mi sento innocente farò appello. Ho agito per la città e do le dimissioni per evitare che qualunque ombra e qualunque macchia possa ricadere sul Comune”.
Daniele Errera