Referendum costituzionale, Alfano: “Ecco che cosa succede se vincerà il Sì”
Referendum costituzionale, Alfano: “Se vince il Sì nasce il Polo Positivo”
“Escludo uno scioglimento anticipato, se dovesse vincere il ‘Si’. Renzi avrà la responsabilità di andare avanti. Andare al voto nel 2018 è lo sbocco naturale. Il contrario sarebbe fuori da ogni logica”. In una lunga intervista concessa a Mix24, trasmissione di Radio 24 condotta da Minoli, il ministro Angelino Alfano parla a trecento sessanta gradi del referendum costituzionale e di che cosa succederà dopo.
Secondo il responsabile dell’Interno, la personalizzazione del referendum da parte del premier Renzi è stata sbagliata. “Gli ho detto che dissentivo ma poi gli avversari ne hanno approfittato e hanno personalizzato contro di lui per i 500 giorni successivi fregandosene del merito della riforma e puntando solo a far cadere il governo”.
Alfano sconsiglia il presidente del Consiglio di dimettersi in caso di vittoria dei No. “A Renzi sconsiglio di dimettersi, in caso di vittoria del ‘No’. Se lo dovesse fare, il mio partito deciderà il da farsi”. Dovesse invece trionfare il Sì, continua il ministro, “nascerà un polo positivo che deve coinvolgere tutte le forze politiche di maggioranza con le proprie identità”. “Di questo polo noi facciamo già parte, ci siamo già dentro”.
Referendum costituzionale, Alfano: “Ecco cosa succede se vince il Sì”
Alfano non parla di Partito della Nazione ma lo sottintende. Anche perchè, allo stato attuale delle cose, il centrodestra italiano non esiste. Per esistere dovrebbe prendere esempio dal “modello Fillon”. “Un centrodestra alternativo alla sinistra ma contro i lepenismi di casa nostra, quello di Salvini e Meloni” spiega Alfano. “C’è spazio per trovare un Fillon italiano e si possono fare anche le primarie secondo lo schema francese”.
Il leader di Ncd, infine, esclude categoricamente una sua possibile candidatura a presidente della Regione Sicilia. “Il mio obbiettivo è lavorare a favore di un’area moderata di centrodestra, alternativa alla sinistra ma contraria all’estremismo lepenista, sul modello francese adottato da Fillon”.