L’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha annunciato che al referendum costituzionale del 4 dicembre voterà Sì. Secondo gli analisti politici e i sondaggisti, la scelta di campo del Professore porterà una gran massa di indecisi a votare Sì alla consultazione che si terrà fra quattro giorni.
“Anche se le riforme proposte non hanno certo la profondità e la chiarezza necessarie, tuttavia per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio sì, nella speranza che questo giovi al rafforzamento delle nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale – ha detto il Professore in una nota – Un sì naturalmente rispettoso nei confronti di chi farà una scelta diversa. Dato che nella vita, anche le decisioni più sofferte debbono essere possibilmente accompagnate da un minimo di ironia, mentre scrivo queste righe mi viene in mente mia madre che, quando da bambino cercavo di volere troppo, mi guardava e diceva: ‘Romano, ricordati che nella vita è meglio succhiare un osso che un bastone’”. Profonde sono le ragioni che mi hanno fino ad ora consigliato di non rendere esplicito il mio voto sul referendum. Sono ormai molti anni che non prendo posizione su temi riguardanti in modo specifico la politica italiana e, ancora meno, l’ho fatto negli ultimi tempi. Questa scelta mi ha di conseguenza coerentemente tenuto lontano dal prendere posizione in un dibattito che ha, fin dall’inizio, abbandonato il tema fondamentale, ossia una modesta riforma costituzionale, per trasformarsi in una sfida pro o contro il governo”.
Ad anticipare la scelta di Prodi era stato il direttore di QN Quotidiano Nazionale, Andrea Cangini, in un editoriale pubblicato ieri. “A cinque giorni dal voto sulla riforma costituzionale c’è spazio solo per l’isteria (…) C’è solo una persona che mantiene una calma olimpica, che non parla né si schiera. È Romano Prodi. Sappiamo che voterà Sì turandosi il naso, ma non intende dirlo. Non vuole favorire il premier”.
Referendum costituzionale, ecco perchè Prodi ha cambiato idea
Solo sette giorni fa il Corriere della Sera riportava i dubbi che assillavano il Professore.
Il Professore è combattuto. Ma pur non apprezzando tanti aspetti del nuovo Senato e, ancor di più, certe modalità della strategia renziana, non esclude di votare Sì. O meglio, sebbene ritenga che «l’Italia resisterà in ogni caso», sta soppesando attentamente gli effetti di una bocciatura della riforma. Non si tratta semplicemente dei mercati, perché da economista sta studiando tutte le possibili derivate, ma non drammatizza. È l’ondata di populismo a preoccupare, molto, l’ex presidente della Commissione europea.
La scelta di Prodi stride con quanto affermato dallo stesso Professore in un’intervista ad Affari Italiani concessa nove giorni fa.
“Lo so solo io come voterò perché ormai sono un cittadino privato e basta. Non farò endorsement perché non c’è alcun bisogno di farlo. Avendo taciuto fino ad oggi non c’è motivo che io parli”.
Nove giorni dopo l’ex premier ha cambiato idea. E ora Renzi può sperare nel colpaccio.