Nessun catastrofismo, ma se dovesse vincere il No avremo un periodo di instabilità. A dirlo in un’intervista a Radio 24 è il ministro Graziano Delrio.
Secondo il responsabile delle Infrastrutture, “l’Italia è un grande Paese, solido, con istituzioni molto solide ed un Presidente della Repubblica molto saggio. Ma è evidente che se vince il No si apre un periodo di una certa instabilità. Invito gli elettori a votare per la Costituzione e non sulla simpatia di Renzi o di Delrio. Io sono dell’idea che ora parliamo del merito della riforma, al dopo ci pensa il Presidente della Repubblica. Se vince il Sì il governo può andare avanti più forte, se vince il No vuol dire che non siamo riusciti a convincere gli italiani e dobbiamo prenderne atto”.
In quest’ultimo caso non ci sarà alcun pericolo per le banche come invece pronosticato dal Financial Times pochi giorni fa. “Non bisogna drammatizzare – ha affermato Delrio – Queste sono interferenze, è agitare drappi rossi in maniera non fondata”.
Il nome del ministro è stato inserito tra quelli papabili a succedere a Renzi in caso di vittoria del No. Delrio ha però sempre negato qualsiasi indiscrezione.
Referendum costituzionale, Renzi pensa al rimpasto?
Intanto La Stampa rilancia un nuovo scenario post voto. Dovesse vincere la battaglia del referendum costituzionale, il premier non si dimetterà come invece ha profetizzato qualcuno. Anzi passerà all’incasso chiedendo a Bruxelles “di poter mettere il veto al bilancio europeo se non si risolve la questione immigrazione”. Infine procederà ad un rimpasto di governo.
Un governo rinnovato per affrontare l’ultimo anno di legislatura e soprattutto le elezioni 2018. Una volontà, quella del rimpasto, fatta circolare dal premier in questi giorni, allo scopo di smuovere tutti alla pugna, sia gli aspiranti ministri, sia i titolari, per aumentare l’impegno in campagna elettorale. Se si domanda quali siano i nomi emergenti con speranze ministeriali, spuntano sia evergreen come Anna Finocchiaro, sia giovani leve come Anna Ascani; e vengono ipotizzate promozioni per big come Tommaso Nannicini. Ma se la maggioranza sarà la stessa con Verdini dentro, è da escludere che il capo di Ala possa far entrare qualcuno dei suoi al governo.