Il tasso di fertilità dal 1970 è calato più nei Paesi in via di sviluppo che in quelli ricchi, le mappe
Siamo abituati a parlare di crisi della natalità in Italia e in Europa sottolineando come in alcuni Paesi come il nostro o la Germania o la Spagna si stia andando in contro a un calo demografico sul modello russo e giapponese, e sottolineando il netto calo rispetto ai decenni scorsi.
E tuttavia se osserviamo le mappe sul tasso di fertilità, ovvero di figli per donna, nel mondo nel 1970 e nel 2016, l differenze, che sono imponenti, sono ancora più nette in Africa, Asia e Sudamerica che nel Nord del mondo.
Lo vediamo grazie alle mappe di Vividmaps, che colorano gli Stati in base alla fertilità.
Tasso di fertilità in Africa quasi dimezzato in 46 anni
L’Africa era il continente in cui ogni donna partoriva più figli, anche piiù di 8 in Kenya, ma in media tra i 6 e gli 8, poco sotto l’Asia, con 5-6 figli in Cina e in India, così come in Brasile o in Egitto. Si scendeva a 2-3 figli solo in URSS ed Europa, così come n USA e Canada, con le eccezioni di Svezia e Finlandia in cui si era sotto i 2 figli a testa e di Portogallo, Irlanda, Albania dove si stava sui 3-4.
Oggi lo standard è avere solo 1-2 figli, solo la Francia è rimasta sui 2-3, ma è nel Sud del mondo che vi sono i cambiamenti più grossi. Il Brasile è passato a 1-2 bambini per donna dai 5-6, la Costa d’Avorio a 3-4 da 7-8, la Cina e l’India sono scese a livelli europei, così come il sudest asiatico. Non si va oltre ai 6-7 figli del Niger e la maggior parte dell’Africa si limita ai 3-6 bambini, dal Kenya in cui questa cifra è più che dimezzata, alla Nigeria che rimane tra i più prolifici al mondo.
Di questo passo probabilmente il tema della sovrappopolazione del pianeta sarà storia.