Islanda: il Partito Pirata alla prova del governo
Islanda: il Partito Pirata alla prova del governo
Le larghe intese non hanno funzionato stavolta. Per questo motivo, nella giornata di ieri, il Presidente islandese Guðni Jóhannesson ha incaricato il Partito Pirata di tentare la formazione di un esecutivo. Birgitta Jónsdóttir, leader della forza anti-establishment, ha espresso ottimismo riguarda alla missione.
Islanda: il Partito Pirata alla prova del governo
L’Islanda è andata al voto il 29 ottobre. Le urne non hanno consegnato una netta maggioranza a nessuno dei 7 partiti in corsa. In ogni caso, a prevalere è stato il Partito dell’Indipendenza, formazione di centro-destra, al governo fino alla vigilia del voto, in coalizione con i liberali del Partito Progressista. Il Partito dell’Indipendenza, pur appesantito dal coinvolgimento del suo ex primo ministro Sigmundur Daviid Gunnlaugsson nello scandalo dei Panama Papers, all’ultima tornata si è attestato come primo partito raccogliendo il 29% delle preferenze e, dunque, conquistando 21 seggi.
Tuttavia, i tentativi di formare un governo con i centristi di Riforma (il nome del partito, in italiano, è tradotto spesso con “Rinascita”) e Futuro luminoso si sono ben presto arenati. La causa principale i disaccordi in merito alla politica da tenere rispetto all’Unione Europea. A quel punto, si è provato con la seconda forza politica del paese, i Verdi. Niente da fare anche in questo caso, nonostante l’ampiezza delle trattative condotte dalla maggiore forza di sinistra. Adesso, toccherà al partito arrivato terzo alle elezioni risolvere lo stallo in cui si trova il sistema politico islandese.