Unione Europea, Juncker: ci siamo lasciato l’austerity alle spalle
Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, è stato in visita al palazzo della Moncloa (Madrid) dal presidente Mariano Rajoy. Dopo un inizio stentato di legislatura, sembra che il PP abbia trovato nel PSOE il nuovo partner di governo. Juncker è arrivato nella capitale spagnola cercando di capire ‘l’aria che tira’ dalle parti della Capital. Contestualmente, l’alto dirigente delle istituzioni comunitarie ha rilasciato una serie di dichiarazioni. Tra queste, i temi principali sono stati Turchia e Austerity.
Juncker: ci siamo buttati l’austerity alle spalle
Il presidente della Commissione assicura che il periodo duro di austerity (dal 2009 al 2014) è definitivamente finito, così come “l’austerity blanda degli ultimi due anni”. Juncker sostiene che si interpreterà “il patto di stabilità differentemente da come lo abbiamo fatto in passato”. Il lussemburghese prova a rassicurare gli animi dei cittadini europei, sempre più disillusi dalle politiche e dalle istituzioni comunitarie (stando all’eurobarometro).
Il ritorno a una politica moderatamente espansiva ha generato sollievo per alcuni Paesi (tra cui Italia e Grecia) e polemiche in altri (in primis l’Olanda). Juncker si professa maggiormente vicino agli Stati del sud, che vivono una situazione economica e sociale molto più complicata rispetto a quella degli Stati del nord. Nonostante le critiche di alcuni soci importanti dell’Unione, la fine dell’austerity rappresenta una importante azione volta a recuperare consenso all’interno della cittadinanza europea. Mettendola in questi termini, è evidente che la folata nazionalista procedente d’oltremanica (Brexit) e d’oltreoceano (Trump) abbiano avuto un peso notevole sulla decisione presa dalla tecnocrazia europea.
Unione Europea-Turchia, Juncker: rispetteranno l’accordo
Jean Claude Juncker si dice fiducioso sul mantenimento dell’accordo raggiunto con la Turchia di Erdogan sull’accoglienza dei rifugiati siriani. Il Paese della mezzaluna è sprofondato nell’autoritarismo ma, tranne per dei timidi ammonimenti, l’Unione continua a collaborare attivamente con l’epuratore, Erdogan. Lo conferma lo stesso Juncker che si considera fiducioso sul mantenimento dell’accordo. Tuttavia, promette che “fino a quando Ankara non rispetterà i 72 criteri imposti dall’Unione Europea, i cittadini turchi non potranno viaggiare verso l’Unione senza il visto“. Infine, chiude sulla spinosa relazione con la Russia di Putin: “le sanzioni contro la Russia cesseranno quando deciderà di rispettare gli accordi internazionali“.
Juncker prova a rilanciare la legittimità e il consenso sull’Unione Europea
Il biennio 2016/2017 si rivela decisivo per le sorti dell’Unione. Il 2016 è stato segnato dallo shock del Brexit, dalla vittoria di Trump negli USA e dal rafforzamento delle destre nazionaliste e reazionarie del vecchio continente. Nel 2017 si voterà in Francia, Germania e probabilmente Italia. Tre Paesi chiave dell’Unione. Juncker cerca di fomentare il consenso attorno all’attuale gestione comunitaria, favorendo l’establishment e lo fa attraverso un discorso che cerca di essere più vicino alle persone, piuttosto che alle banche. Basterà per salvare l’attuale assetto europeo?