Ieri il premier Matteo Renzi aveva attaccato duramente gli autosospesi del Pd. “Non ho avuto tempo di occuparmi di questioni interne al Pd. Lo farò domani in assemblea (oggi per chi legge ndr). Ho letto però resoconti sorprendenti. Chi non segue la linea del partito ha il dovere di farsi da parte. Poi in aula dirà la sua, e allora nessuno di noi espellerà nessuno. Ma se tu usi il tuo potere di veto per affossare un progetto del governo non stai esercitando la libertà di coscienza, stai affossando un progetto del governo. I cittadini ci hanno chiesto di cambiare l’Italia. Accetto tutte le proposte in linea con quello che chiedono i cittadini. E non mi rasegno all’idea che vinca la palude”. E ancora: “Mentre qualcuno passa le giornate a ragionare di cosa fa un senatore, e sono i 15 minuti di celebrità che stanno nella storia della cultura contemporanea, noi stiamo radicalmente rivoluzionando l’Italia”.
Parole a cui ha risposto Vannino Chiti, uno dei 14 senatori autosospesi. “Sono deluso, il Pd non è quello che sognavo” ma “a nome dei 14 senatori dico che, qualunque cosa succeda, non toglieremo la fiducia. Voteremo con il Pd, anche se dovessero buttarci fuori” dice il senatore Pd in un’intervista al Corriere della Sera. “Sono stato sempre leale – spiega. – Sono amareggiato sul piano personale, per quanto sereno e a posto con la coscienza”. Alla domanda se il Pd rischi la scissione per una questione personale, Chiti replica che “la scissione sarebbe sbagliata. Ma un partito non può essere l’attendente che segue un governo. Io non ho mai visto, nella storia repubblicana, una cosa così grave”, “la lettura che stanno dando – aggiunge, – secondo cui l’assenza di vincolo di mandato vale per l’Aula e non per le commissioni, è un irresponsabile arrampicarsi sugli specchi”. Chiti spiega quindi che ritireranno l’autosospensione “solo se ammettono l’errore sull’articolo 67”. “Mi auguro che non accada – aggiunge, – ma se vogliono arrivare all’espulsione lo facciano”.