Dopo le dimissioni annunciate ieri sera dalla presidenza del Consiglio, l’ex, ormai, premier Matteo Renzi starebbe ventilando l’ipotesi di lasciare anche la carica di segretario del Partito Democratico. Come ha riportato stamattina il Corriere della Sera, la sconfitta di ieri sera è stata bruciante per Renzi.
Un uomo abituato a vincere non si aspettava un risultato così netto contro di lui alle urne. “Non credevo che potessero odiarmi così tanto” ha confessato ai suoi collaboratori più vicini.
La possibilità di ricomporre la frattura all’interno del partito tra renziani e minoranza dem il giorno dopo il referendum costituzionale ad oggi appare lontana, tanto che sono in molti a pensare che la ferita sia insanabile. “Non si ricuce più” ha esclamato il presidente dei deputati Pd Ettore Rosato secondo cui “la scissione sia nelle cose e che i gruppi parlamentari si spaccheranno”.
Scissione che i bersaniani non vogliono. La minoranza Pd vuole infatti capitalizzare il risultato uscito dalle urne per riprendersi la ditta. L’idea è quella di sfidare l’ex premier, ora depotenziato, nel Congresso che molto probabilmente si terrà nei primi mesi del 2017.
Il presidente della Commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, uno dei più critici del governo Renzi, ha chiesto all’ex premier di rimettere anche la carica di segretario di Partito. “Deve farlo per correttezza – ha affermato in un’intervista a Mix 24 – poi ha tutto il diritto di ricandidarsi al prossimo congresso e può farlo da iscritto semplice”.
Partito Democratico, chi sfiderà Renzi?
Domani si terrà la direzione Pd in cui si discuterà oltre che dell’esito del voto anche del futuro del partito.
Ma chi sfiderà il segretario del Pd al prossimo Congresso? I nomi sono i soliti e ad un primo sguardo, non sembrano poter scaldare la platea democratica. Si va dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, a quello della Giustizia Andrea Orlando passando per il leader della minoranza Pd Roberto Speranza e il governatore della Toscana Enrico Rossi. La Stampa parla addirittura di un ticket Roberto Speranza-Enrico Letta, “uno per il partito e l’altro per palazzo Chigi”.
Per Renzi e il Partito Democratico si tratterebbe di un ritorno al passato.