Referendum: dimissioni di Renzi? Strategia pensando alle elezioni
Se qualcuno pensa di averlo fatto fuori, dovrebbe ricredersi. La batosta è stata davvero forte ma Matteo Renzi non è finito e, probabilmente, con il suo ultimo discorso, ha già preparato la strada per il suo ritorno. Non è una questione di simpatia, di stima, è la politica italiana che va così: nessuno è mai veramente fuori. E Renzi, dicendo che è tempo per lui di “rimettersi in cammino”, l’ha confermato.
Referendum: dimissioni di Renzi? Strategia pensando alle elezioni
Rimanere in sella
È inutile girarci intorno, fino all’ultimo, il primo ministro dimissionario ha sperato che la sconfitta maturasse con ben altre percentuali. La situazione, però, è quella che sappiamo. Ora, si sale al Quirinale, al massimo, si consiglia il proprio successore. Ancora troppo presto per rimettere insieme i pezzi, tuttavia, il prossimo passo è facilmente intuibile: si ricomincia dalla segreteria del Pd. Parola d’ordine: “rimanere in sella”, quindi, vincere le primarie e andare alle prossime elezioni da leader Dem.
Il discorso della sconfitta
Era successo nel 2012, sconfitto da Bersani, il sindaco di Firenze aveva accettato la sconfitta solo per prendere la rincorsa. Ieri, potrebbe essere successa, con le dovute proporzioni, più o meno la stessa cosa. Nessun attacco agli avversari, nemmeno a quelli interni al partito, al contrario, ringraziamenti a moglie e figli, al 40% di elettori che ha votato Sì. Insomma, la priorità è stata mostrare un volto “umano”. In altri termini, il primo mattone di una nuova strategia. “Sono cattivo”, qualche tempo fa, confessava a un’intervistatore che gli chiedeva dei suoi difetti, adesso, o si cambia o si cambia. L’ultima possibilità, infatti, è quella di cambiare pelle, cambiare “volto”, di nuovo, e “rimettersi in cammino”, tanto per usare le parole di ieri. Parole “studiate”, si capisce, pensando alle prossime politiche.