Trump favorito da hacker russi? Stavolta lo dice l’intelligence americana
A distanza di oltre un mese dalle storiche elezioni americane in cui sono affrontati Donald Trump e Hillary Clinton, continuano ad essere sollevate polemiche sulla legittimità e integrità del voto. Prima, la Clinton aveva accusato l’FBI di aver favorito la corsa di Trump alla Casa Bianca, per la riapertura di una indagine federale a pochi giorni dal voto. Poi, Trump (risultato sconfitto dal voto popolare) ha asserito che avrebbe vinto anche sotto questo aspetto, se non si fossero verificati brogli a favore della candidata democratica. E ancora, l’ombra del sospetto sulla Russia di Putin, uscita rafforzata dalla vittoria di Donald Trump.
I buoni rapporti che intercorrono tra il magnate e il presidente russo stanno già portando a delle prime importanti dichiarazioni di intenti su Siria e questione mediorientale. Proprio durante i preparativi della nascente alleanza, ci pensa niente meno che la CIA a sganciare una bomba sul tavolo dell’idillio: hacker russi e vicini al governo di Mosca hanno provato a favorire l’ascesa di Donald Trump alla presidenza. A rivelarlo è stato il Washington Post, attraverso un articolo pubblicato nella tarda serata di ieri (ora locale, le 3:00 italiane)
Hacker russi avrebbero favorito Trump attraverso attacchi informatici al partito democratico
CIA e hacker russi: realtà o bluff?
Il filtraggio di mail c’è stato, è reale ed è innegabile che abbia spostato dei voti. Tuttavia, non è possibile stabilire con certezza se queste abbiano fatto davvero la differenza (Trump ha vinto con larghe maggioranze anche in Swing State a tendenza Clinton). Inoltre, è difficile credere pienamente e ciecamente nella dichiarazione dell’intelligence. La sicurezza è che questa dichiarazione può influenzare l’opinione pubblica statunitense e forzare Trump a una politica estera più in linea con quella dell’amministrazione Obama. Tirando le somme, a quaranta giorni dall’insediamento, il presidente eletto continua ad avere contro tutti i maggiori mezzi di comunicazione e dovrà stare attento ad ogni singola mossa. L’opinione mediatica è lì, pronta ad avventarsi ad ogni minimo errore sulla sua nuova preda preferita, Donald Trump.