Governo Gentiloni, è toto-ministri. Ipotesi Alfano per Ministero Affari Esteri
La notizia rimbalza da pochi minuti. Gentiloni starebbe pensando a un Angelino Alfano (NCD) per sostiturlo al Ministero degli Affari Esteri. La Farnesina andrà al Nuovo Centrodestra? Le reazioni da parte delle opposizioni sono state immediate, nonostante la filtrazione della notizia sia arrivata di prima mattina. Alfano al MAE non è ancora ufficiale. Tuttavia, ci sono buone ragioni per credere che andrà così.
Governo Gentiloni. Le reazioni al toto-ministro “Alfano-MAE”
Angelino Alfano è uno dei “nomi pesanti” del governo Renzi, di quelli che più hanno fatto storcere il naso alla “sinistra più a sinistra del PD” e al Movimento 5 Stelle. L’NCD è stato il primo partner di governo della maggioranza PD e, insieme, hanno lavorato a riforme estremamente delicate, come la stessa riforma costituzionale e la riforma della giustizia. Già dalle dichiarazioni posteriori alle consultazioni, Verdini e Alfano si erano pronunciati favorevoli a un nuovo governo e ad appoggiarlo, nonché a farne parte. Ipotesi che sembra concretizzarsi sempre più con il passare delle ore. Alfano potrebbe ricevere uno de ministeri più importanti e passare dal Viminale alla Farnesina.
Alzarsi la mattina e leggere che #ALFANO farà il Ministro degli Esteri e rappresenterà gli italiani nel mondo.#scherziaparte #votosubito
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 12 dicembre 2016
La reazione del segretario della Lega Nord non si è fatta attendere. Su twitter, una sequela di commenti ironici, sarcastici, altri dai toni drammatici. Una scelta che non sembra essere stata accolta dal favore della cittadinanza.
Toto ministri: con Alfano al MAE, Minniti (PD) va al Viminale
Il trasferimento di Angelino Alfano dal Palazzo del Viminale alla Farnesina lascia libera un ufficio importante. Stando alle prime indiscrizioni, sembra che Marco Minniti (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri) possa sostituire il leader centrista.
Ancora da decidere il resto della squadra governativa. La Boschi, inizialmente data per spacciata, sembra essere tornata in carreggiata e potrebbe conservare l’appellativo di “madrina delle riforme”. Per i rapporti con il Parlamento, però, la palla passerebbe a Finocchiaro. Tra i sicuri riconfermati, Dario Franceschini (turismo e beni culturali) e Andrea Orlando alla giustizia.