Oggi è la Giornata mondiale per la copertura sanitaria universale
Garantire una copertura sanitaria per tutti. E’ questo l’obiettivo promosso dalle Nazioni Unite nella Giornata mondiale per la copertura sanitaria universale. Secondo l’Organizzazione mondiale per la Salute (Oms), sono almeno 400 milioni le persone che non hanno accesso ad uno o più servizi sanitari essenziali. Ogni anno 100 milioni di persone sono a rischio povertà e, di conseguenza, non possono accedere ai servizi sanitari a causa dei costi eccessivi. E’ il 2030 il tempo massimo per correre ai ripari. L’obiettivo fissato da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite sembra, però, molto lontano da una realizzazione effettiva. Basti pensare che negli anni della Grande Recessione il divario tra ricchi e poveri è costantemente aumentato.
Oggi è la Giornata mondiale per la copertura sanitaria
“In Italia il sistema sanitario universalistico c’è dal 1978, grazie a dure battaglie sociali – ha dichiarato Damiano Rizzi presidente dell’associazione Soleterre, Onlus che si occupa di realizzare progetti e attività a favore di soggetti in condizione di vulnerabilità in ambito sanitario. – Ma anche nel nostro Paese si sono persi dei diritti, perché per definizione i diritti devono essere costantemente difesi. Il lavoro realizzato delle Ong e dalle tante realtà della società civile è fondamentale. Bisognerebbe, però, rendere più efficienti i sistemi di pagamento delle prestazioni e combattere l’evasione fiscale. Purtroppo la salute è una condizione comune a tutti ed è quindi importante lavorare per ottenere un miglior servizio sanitario. I cittadini possono scegliere di partecipare attivamente o di lasciare fare ai politici”.
L’Italia non spende abbastanza e mancano gli operatori
L’Italia è nelle ultime posizioni tra i paesi europei più sviluppati per spesa sanitaria. Secondo il report Meridiano Sanità elaborato da The European House-Ambrosetti, nel Bel Paese il rapporto spesa-Pil è calato al 9,1%. Dietro di noi, tre le nazioni dell’Unione europea a 15, solo Irlanda e Spagna. La media europea non è comunque confortante, ferma 10,3 per cento. Per l’Oms l’obiettivo è quindi “garantire un accesso equo, una trasformazione nel modo in cui i servizi sanitari sono finanziati, gestiti e consegnati in modo da tutelare i bisogni delle persone e delle comunità”. Per garantire un servizio di qualità è poi necessario aumentare il personale sanitario che dovrebbe arrivare nel 2030 a “più di 18 milioni” per far fronte alla crescente richiesta.