Referendum costituzionale: ecco perchè Renzi non può ripartire da quel 40%
Referendum costituzionale: ecco perchè Renzi non può ripartire da quel 40%
Luca Lotti, all’indomani della sconfitta referendaria, aveva cercato di rincuorare Renzi e i renziani indicando il bicchiere mezzo pieno. “Tutto è iniziato col 40% nel 2012. Abbiamo vinto col 40% nel 2014. Ripartiamo dal 40% di ieri!”.
Tutto è iniziato col 40% nel 2012. Abbiamo vinto col 40% nel 2014.
Ripartiamo dal 40% di ieri!— Luca Lotti (@LottiLuca) 5 dicembre 2016
Un’equazione non tanto semplice perché come eterogeneo è stato il fronte che ha votato No, eterogeneo è stato anche quello del Sì.
Basta dare un’occhiata ai risultati del sondaggio condotto da Tecné per Matrix. L’istituto demoscopico ha voluto sondare le intenzioni di voto di chi alle urne aveva deciso di promuovere la riforma costituzionale. Un bacino potenziale di 12,7 milioni di elettori.
Si è scoperto che di questi votanti, in 600 mila voterebbe per il M5S, un milione darebbe il proprio voto ad un partito di Centrodestra, in 400 mila per altri partiti mentre 1,8 milioni di persone non si recherebbero alle urne rifugiandosi nell’astensionismo.
Referendum costituzionale: sondaggisti scettici
Insomma, non certo un plebescito per il Partito Democratico. L’equazione fatta da Lotti è stata smentita anche da altri sondaggisti in un articolo apparso sul Corriere della Sera.
“Renzi – afferma Nicola Piepoli – non si può intestare tutti quegli elettori. La realtà è che il Pd ha guadagnato qualcosa e contemporaneamente ha perso le elezioni. È stato un suicidio: il partito si è auto-sconfitto. Ma Renzi mantiene uno zoccolo duro: di quel 41 per cento, almeno il 25 per cento è del Pd”.
Tesi condivisa anche da Nando Pagnoncelli di Ipsos. “Dire che quel 40% è l’embrione del partito di Renzi o del partito della nazione è una semplificazione che non sta né in cielo né in terra. Tra quegli elettori c’è dentro un po’ di tutto e molti di loro, in caso di elezioni politiche, non starebbero mai dalla parte di Renzi. Quel 40% non è paragonabile alla cifra ottenuta dal Pd alle Europee del 2014. Un referendum viaggia su binari completamente diversi”.