Senza Renzi tornerà la prima Repubblica?
Dalla scena ancora non è ancora definitivamente scomparso, anche se i riflettori sono puntati su Paolo Gentiloni e il nuovo governo, e probabilmente non vuole davvero farlo. Matteo Renzi racconta queste sue ultime ore al Quotidiano Nazionale, con un misto di acredine e tristezza. Insomma, per l’ex premier è stata persa un’occasione, ora il paese rimarrà nuovamente bloccato. Chissà per quanto tempo.
Senza Renzi tornerà la prima Repubblica?
“Temo che la gente non lo abbia capito ma con la vittoria dei No si è concluso un ciclo. Non avremo più uno che governa ma tutti che inciuciano. I cittadini perderanno il potere di scegliersi i governi, le decisioni politiche più importanti verranno prese da pochi nel buio del Palazzo. Insomma è tornata la prima Repubblica. E non ne usciremo facilmente”. Parole significative, d’altra parte, non pochi pensano che proprio con lui sia iniziato tale processo.
“I parlamentari faranno melina nella speranza di arrivare a settembre in modo da incassare i vitalizi. E’ una vergogna, lo so, ma non mi aspetto niente di diverso – così Renzi ha espresso i suoi dubbi sulla volontà del Parlamento di lavorare sulla Legge Elettorale – alle prossime elezioni, presumibilmente a giugno, si voterà con il proporzionale e con il Consultellum“.
Proprio al voto di giugno punterebbe Renzi, secondo indiscrezioni riportate da Repubblica. Nei piani dell’ex premier una strategia lampo. Candidature per la segreteria nazionale del Pd entro il 10 gennaio, giorno del Congresso (previsto attualmente per l’autunno 2017), e primarie aperte a tutti il 26 febbraio o il il 5 marzo. La prima mossa sarebbe rassegnare le dimissioni da segretario, senza non si può iniziare anticipatamente il processo congressuale recita lo statuto, già domenica 18 dicembre, all’assemblea nazionale. Ricandidarsi, vincere le primarie e presentarsi in estate come candidato premier.
Sulla sua strada la minoranza del partito, pronta a opporsi a un “congresso-referendum”, a una prova di forza renziana, visto che per convocare le primarie nazionali, come nelle intenzioni dell’ex Presidente del Consiglio, bisognerebbe cambiare lo statuto Dem, in modo da saltare le convenzioni dei circoli che affiancano i congressi e selezionano i tre candidati da inviare alla conta finale. D’altra parte, Renzi avrebbe raggiunto un accordo su questo percorso con le varie parti della maggioranza ossia “Giovani Turchi”, centristi (Franceschini) e sinistra (Martina). Ma la prima Repubblica è mai davvero terminata?