Non solo libri alla Fiera internazionale delle piccola e media editoria
Si è conclusa domenica sera Più libri più liberi, la fiera internazionale della piccola e media editoria giunta alla sua quindicesima edizione. Oltre quattrocento gli espositori e tantissime le conferenze in programma. Si è parlato di letteratura contemporanea, grandi classici, cinema e grandi inchieste. Tanti gli ospiti illustri, scrittori e non Paolo di Paolo, Ferdinando Scianna, Pif, Enrico Mentana, Marco Travaglio, solo per citarne alcuni. Chiude la manifestazione Andrea Camilleri, in una sala gremita all’inverosimile.
Non solo libri alla Fiera internazionale delle piccola e media editoria
Ha senso ancora stampare i libri?
Secondo i dati della società di monitoraggio GFK, nel 2015 i titoli di libri in commercio e non fuori catalogo hanno superato per la prima volta il milione. “Delle circa 60 mila novità editoriali prodotte ogni anno in Italia – si legge sul sito della manifestazione – solo 3 mila sono facilmente reperibili nelle librerie. Per lo più si tratta dei best seller editi da Case editrici che possono giovarsi di politiche commerciali aggressive e di campagne di promozione molto incisive”. In questi ultimi anni l’aspettativa di vita di un libro si è notevolmente accorciata. I più venduti sono stati i titoli destinati ai bambini e ai ragazzi, oltre al cosiddetto genere young adult. Se il mercato si sta polarizzando tra pochissimi titoli che vendono tantissimo e una moltitudine di libri che vendono poco e scompaiono velocemente, una fiera come quella di Roma diventa sempre più necessaria.
Più libri più liberi ma non solo libri
In questi giorni decisivi per il futuro del nostro Paese, si è parlato del risultato del referendum e del nuovo governo (in quei giorni solo ipotizzato). Non sono mancate le risate con i ragazzi di Gazebo, controbilanciate dalle analisi di Marco Damilano, vicedirettore dell’Espresso. Si ragiona di una possibile sinistra fuori dal Pd a guida Pisapia e delle sorti del centro destra. Più Libri più Liberi non è stata solo una fiera in senso stretto, ma un spazio pubblico, per discutere e confrontarsi. Con un occhio alle pagine di un (buon) libro e un altro al tuo interlocutore.