Il premier Paolo Gentiloni ha sciolto la riserva e ha accettato l’incarico. Salito al Quirinale, dove alle 20.30 avverrà il giuramento del governo, ha reso noto l’elenco dei ministri. Eccola riportata qui di seguito.
Governo Gentiloni, la lista dei ministri
Senza portafoglio:
Anna Finocchiaro Rapporti Parlamento
Marianna Madia Semplificazione e Pa
Enrico Costa Affari Regionali
Claudio De Vincenti alla Coesione Territoriale e Mezzogiorno
Luca Lotti allo Sport.
Con portafgolio
Angelino Alfano agli Esteri
Marco Minniti, all’Interno
Andrea Orlando, alla Giustizia
Roberta Pinotti, alla Difesa
Giancarlo Padoan, all’Economia
Carlo Calenda allo Sviluppo Economico
Maurizio Martina, alle Politiche agricole
Gian Luca Galletti, all’Ambiente
Graziano Del Rio ai Trasporti
Giuliano Poletti al Lavoro
Valeria Fedeli, all’Istruzione
Dario Franceschini, ai Beni Culturali
Beatrice Lorenzin alla Salute
Maria Elena Boschi, Sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio
Governo Gentiloni, Boschi non lascia ma raddoppia
Smentite le indiscrezioni della vigilia che parlavano di un depotenziamento della Boschi che invece diventa il braccio destro del neo premier Paolo Gentiloni. Al posto di Giannini all’Istruzione arriva la ex sindacalista Valeria Fedeli. Due i nuovi ministeri creati da Gentiloni: quello dello sport andato a Luca Lotti e quello della Coesione territoriale e Mezzogiorno andato a Claudio De Vincenti. Un ministero, quest’ultimo, da intendere come risposta al risultato negativo avuto al referendum costituzionale soprattutto nel Sud.
Governo Gentiloni, Verdini toglie la fiducia
Rimane a bocca asciutta il gruppo di Ala capitanato da Denis Verdini. Che ora minaccia il governo. “Non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi bis” scrive Verdini insieme a Zanetti. L’esecutivo, sottolineano, “deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest’ultimo principio”. “In questi giorni abbiamo rappresentato al presidente della Repubblica e successivamente al presidente del Consiglio incaricato la nostra disponibilità e il nostro senso di responsabilità”, il che significa – dicono – un governo con piene funzioni, che affronti le varie emergenze e anche l’urgenza della riforma elettorale. Ma su tutto questo, continuano Verdini e Zanetti, “non abbiamo avuto dal presidente del Consiglio incaricato alcun riscontro: al contrario apprendiamo la seria possibilità che venga varato un governo ‘fotocopia’, senza alcun approfondimento sulle questioni in campo. Di conseguenza, in coerenza con un’azione che in questi ultimi diciassette mesi ha assicurato al Paese la governabilità e la realizzazione di importanti provvedimenti senza alcuna contropartita, non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis”.
Governo Gentiloni, fiducia a rischio?
Il governo Gentiloni nasce già fragile. Al Senato, senza l’apporto di Ala e Scelta Civica, i numeri sono risicatissimi. Alcuni osservatori parlano di scelta strategica da parte di Renzi per andare al voto subito. Domani Gentiloni effettuerà il passaggio di consegne con l’ex premier, poi il primo Cdm e infine la presentazione in Parlamento, a partire dalla Camera.