Pubblica Istruzione, altro che laurea, il problema è che gli insegnanti sono tra i più vecchi del mondo
Si sta lentamente spegnendo la polemica intorno a Valeria Fedeli, la nuova ministra della Pubblica Istruzione, che ha scritto di essere laureata, ma di cui si è scoperto che non possiede neanche un diploma, se non la certificazione per un corso di assistente sociale.
Assieme al caso più recente delle affermazioni sugli immigrati all’estero del ministro Poletti, si tratta della classica polemica che si presta benissimo al mondo della rete e dei social network, sono infatti fiorite immagini sarcastiche e prese in giro sull’argomento, ma come al solito l’argomento principale, la qualità dell’istruzione pubblica non è stata molto affrontata.
Eppure ci sarebbe da dire. Un esempio è il tema dell’età degli insegnanti, in Italia abbiamo quelli di gran lunga più vecchi d’Europa.
Ma vediamo i dati
Pubblica istruzione, in Italia solo lo 0,22% ha meno di 30 anni, nel Regno Unito più del 20%
Un primo dato è la proporzione di insegnanti di ogni ordine e grado sotto i 30 anni. Sono solo lo 0,22% in Italia, record negativo in Europa. Il confronto con gli altri Paesi è sconfortante, in Spagna sono 2,4%, in Germania il 5%, ma si va oltre il 20% nel Regno Unito e, fuori dal’Europa, in Cile, visto che sono dati OCSE.
Negli Stati Uniti si è sul 14%.
Al contrario siamo al terzo posto per proporzione di insegnanti ultra-60enni, con il 18,3%, dopo Norvegia ed Estonia.
In Turchia, Belgio, Corea del Sud, Giappone, ma anche in Grecia e Spagna per esempio, sono meno del 5%.
Se ci confrontiamo con i maggiori Paesi europei è evidente che la differenza sta nel grandissimo numero di 50-59enni, che sono più di metà, mentre sono solo il 30% in Francia, Spagna, Germania.
E’ questa la colonna portante della nostra scuola, il risultato è che il 69% degli insegnanti sono over 50, mentre altrove si va dal 35% in Spagna al 43% della Germania.
Le conseguenze sull’innovazione nel campo dell’istruzione, sulla capacità di saper stare al passo con le nuove tecnologie o con le nuove tecniche didattiche sono piuttosto evidenti.
Anche negli altri segmenti del mondo del lavoro probabilmente presentano statistiche simili sull’età, ma il campo dell’educazione rappresenta un caso estremo che è paradigma di tutto il settore pubblico.