Di Maio e Di Battista: linguaggi del corpo a confronto
Quando osserviamo una persona parlare, il suo corpo ci comunica molte più cose delle parole che pronuncia: emozioni, pensieri, atteggiamenti, insicurezze. Si capisce, quindi, quale importanza rivesta l’analisi del linguaggio non verbale dei personaggi politici: cioè, decodificare l’intero significato del messaggio di un politico. Sicuramente la principale novità del panorama politico, e della comunicazione politica, è rappresentata dal Movimento 5 Stelle.
Di Maio e Di Battista: linguaggi del corpo a confronto
Per analizzare la comunicazione non verbale si sono prese in considerazione due interviste televisive, trasmesse entrambe domenica 11 dicembre: la prima a Luigi Di Maio, tratta dal programma In Mezz’ora, su Rai Tre, condotto da Lucia Annunziata e la seconda ad Alessandro Di Battista, condotta da Gianni Minoli nella trasmissione Faccia a faccia su La7. Nell’intervista su RaiTre, Di Maio, appare sicuramente più controllato, specialmente nei movimenti del capo, forse per il fatto di trasferire lo stress della conversazione su gambe e piedi, mentre muove di più mani e braccia.
Di Battista, al contrario, fa un ampio uso dei movimenti della testa, che sono costanti durante l’intervista, e molto poco di mani e braccia: solo quando cita Renzi, Gentiloni, o l’area di governo, alza l’indice, come ad indicarli fisicamente, in tono accusatorio. Si potrebbe dire che, nel momento in cui viene rappresentato l’avversario, sia Di Maio che Di Battista, esprimono più sicurezza con il corpo, e anche con la voce: le mani scandiscono meglio il parlato, il volume della voce aumenta, e il ritmo rallenta per rendere le parole più chiare.
Mentre, nel momento in cui, le domande si focalizzano sulle questioni interne al movimento, cambiano sia le espressioni del viso, sia l’espressività della voce. In alcuni passaggi, con il viso, Di Maio e Di Battista esprimono insicurezza e timore, in particolare quando gli vengono poste domande sul movimento: occhi quasi spalancati, sopracciglia leggermente aggrottate ed evidenti rughe sulla fronte e labbra serrate.
In Di Maio, la medesima espressione di paura e insicurezza del viso, si palesa anche nel momento di una immaginazione di una previsione futura, quando dice “perché penso che noi dovremmo andare a governarlo questo Paese” . Ma è con Di Battista che è più evidente lo stato d’animo della preoccupazione.
Oltre alla tipica espressione di paura del viso, altri elementi si aggiungono: la voce si abbassa di volume, ed aumenta leggermente la velocità del parlato, più di una volta si passa una mano sul viso, nell’area della bocca, un tipico gesto auto-adattativo di nervosismo, così come il frequente bagnarsi le labbra e il deglutire.
Si potrebbe dire che, nel caso delle apparizioni televisive, il Movimento 5 Stelle segua due vie comunicative: una più istituzionale e composta, anche nel corpo, con Luigi Di Maio, e una seconda più emotiva e spontanea con Alessandro Di Battista.
Dario Solarino