Legge elettorale: si profila un mattarellum 2.0

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La nuova legge elettorale sarà un mattarellum 2.0

La soluzione che sembra prendere corpo – specialmente dopo l’assemblea PD in cui è intervenuto lo stesso Renzi – è il ritorno alla legge elettorale del 1993, il mattarellum. Lo stesso Presidente della Repubblica attuale è stato il primo firmatario di questa legge mista: per 3/4 maggioritaria, per 1/4 proporzionale. L’idea della maggioranza PD è questa. In quanto vi è una corrispondenza con la maggioranza parlamentare, potrebbe essere relativamente semplice far rivivere la legge che ci catapultò nella seconda repubblica. Chiaramente, il sistema di partito bipolare è già superato da oltre tre anni (con l’irruzione sulla scena politica nazionale del M5S). Il mattarellum dovrà essere rivisto tenendo conto di tutte le nuove componenti del sistema di partiti: passato da un bipolarismo a un tripolarismo.

Legge elettorale, Mattarellum: Lega e Fratelli d’Italia favorevoli. Forza Italia, M5S e NCD contrari

La Lega si è dimostrata aperta a un dialogo sulla base del mattarellum, così come il partito di Giorgia Meloni. Il duo Salvini-Meloni si è dimostrato in perfetta sintonia sul ritorno alle urne. Salvini – ai microfoni di Sky Tg24 – assicura: “a Renzi ribadiamo: scegli tu la legge elettorale che vuoi e andiamo a votare il prima possibile, aprile o maggio che sia, per eleggere un Parlamento nuovo e un governo nuovo.” L’obiettivo è, quindi, il voto anticipato. Forza Italia si dimostra contrario, almeno per quanto riguarda il solito ‘aut-aut’. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il governatore della Liguria Giovanni Toti rimarca l’anacronismo dell’attuale legge elettorale, che afferma: “resta da chiedersi se un sistema nato per uno schema bipolare possa considerarsi efficiente anche in un sistema compiutamente tripolare”.

Il Movimento 5 Stelle è, invece, lapidario. Per i pentastellati – occupati dalle vicende capitoline – il PD non è in grado di sviluppare una nuova legge elettorale, né tantomeno ripartire da quella del 1993. Il principale esponente del M5S delegato alle trattative per la legge elettorale con il PD, Danilo Toninelli, non le manda a dire.

 

Mattarellum, consultellum, democratellum…? Basta che si voti

Non solo mattarellum: anche l’idea del consultellum (ovvero, l’italicum modificato secondo i criteri di costituzionalità dalla consulta) potrebbe allettare più di una forza politica. Il M5S propende evidentemente per questa ipotesi. Tuttavia, se ne avesse la possibilità, il M5S opterebbe senza dubbio per il democratellum (di cui abbiamo già parlato). Per ora, però, rimane un sogno nel cassetto.

Infine, sembra che anche la maggioranza PD si sia decisa ad andare alle urne il prima possibile. Quello che potrebbe essere definito “effetto Raggi” può limitare le chance di vittoria della compagine grillina. Renzi vuole approfittare di questo momento di possibile flessione dei pentastellati per poter tornare in pompa magna a Palazzo Chigi. Chissà che gli scatoloni trasportati dall’ufficio del terzo piano non siano ancora impacchettati, nell’attesa – e nella speranza – di non doverli mai disfare.