Attentato Berlino: quanto potrebbe cambiare la Germania?
Al di là dello sciacallaggio di queste ore, se l’attentato fosse stato condotto da un rifugiato, la Germania potrebbe cambiare radicalmente. A partire, si intende, dalla cosiddetta politica delle “braccia aperte”. La reazione sarebbe necessaria a livello politico più che strettamente “operativo”. Le elezioni politiche si avvicinano, Angela Merkel – in corsa per il quarto mandato – non può cedere di un millimetro ad Alternativa per la Germania (AfD). La formazione di estrema destra, dopo le recenti vittorie a livello locale, ha capito di poter pescare voti in casa cristiano-democratica.
Attentato Berlino: quanto potrebbe cambiare la Germania?
“Wir schaffen das” aveva detto l’anno scorso Angela Merkel per tranquillizzare i tedeschi. “Siamo in grado di farlo”, di aprire le frontiere, di dare una mano alle centinaia di migliaia di richiedenti asilo. Il rischio di subire degli attentati già allora cominciò a essere agitato come uno spauracchio dalla destra xenofoba. Il “trucco” è diventato più facile dopo l’attentato estivo di Monaco. Dopo l’attacco di Berlino, la situazione si sta drammaticamente capovolgendo.
“Sarebbe particolarmente ripugnante” se il responsabile dell’attentato si rivelasse un richiedente asilo, ha commentato i terribili fatti di ieri la Cancelliera (mettendo un po’ le mani avanti). Nel frattempo, le autorità tedesche individuavano proprio in un giovane richiedente asilo l’autore dell’attacco. Successivamente, il 23enne pachistano è stato scagionato. Ma la tensione continua a crescere: “sono morti della Merkel” si urla ancora da AfD.
Se le indagini, alla fine, indicheranno un rifugiato come autore della strage di ieri, Alternativa per la Germania si presenterà agli elettori come l’unico partito in grado di proteggere la sicurezza dei tedeschi. L’unico a non essersi adattato ipocritamente alle politiche “morbide” della Cancelliera . La Merkel, però, difficilmente si lascerà chiudere all’angolo dalle speculazioni di AfD. Ma come potrà rispondere al montante nervosismo della società tedesca se non imponendo un cambio di rotta sull’accoglienza?