I rapporti di forza all’interno del Movimento 5 Stelle hanno subito uno scossone ieri, quando Roberto Fico, considerato il leader degli ortodossi grillini, è stato eletto nuovo vice capogruppo alla Camera. Fra tre mesi diventerà capogruppo come da regolamento pentastellato.
La nomina è stata salutata da alcuni esponenti Cinque Stelle come una vittoria dell’ala ortodossa del Movimento che in questi ultimi giorni ha raccolto diversi successi. Dal ridimensionamento della Raggi a quello del vicepresidente Luigi Di Maio, leader dei pragmatici.
In realtà, a quanto si apprende, Di Maio, durante le votazioni svoltesi ieri, avrebbe dato il proprio voto a Fico. Una decisione volta a stemperare le tensioni che si respirano all’interno dei Cinque Stelle.
Proprio il vice presidente della Camera è stato al centro di due incontri con i vertici pentastellati: il primo a Milano con Davide Casaleggio, il secondo a Genova con Beppe Grillo. Segno che ai piani alti la fiducia in Di Maio rimane intatta.
I temi toccati durante gli incontri sono stati diversi: dal caso Marra a Roma alle prossime elezioni politiche che tutti gli indicatori politici danno anticipate al primo semestre del prossimo anno.
Movimento 5 Stelle, alleanze in vista delle prossime politiche?
A quest’ultimo punto si lega inevitabilmente la legge elettorale. La Consulta dirà la sua sull’Italicum il 24 gennaio. Matteo Renzi, dall’assemblea Pd, ha sondato le intenzioni dei vari partiti proponendo un ritorno al Mattarellum. Una modifica che da Genova e Milano viene vista come un tentativo di “ridimensionamento” politico dei Cinque Stelle.
Per questo si ragionerebbe ad ipotetiche alleanze future in chiave elettorale. Ipotesi, in realtà mai presa in considerazione da Grillo e Casaleggio, ma che sarebbe saltata fuori nei conciliaboli tra i parlamentari grillini.
A riportare l’indiscrezione è il Corriere della Sera.
«Se ciò dovesse accadere — raccontano i pentastellati — se Matteo Renzi ci volesse danneggiare in un modo netto con una legge elettorale mirata, allora potremmo prendere in considerazione soluzioni che per ora restano ipotesi molto lontane dalla realtà». L’idea che serpeggia è quella di tastare gli umori della base (anche dopo le sollecitazioni ricevute in queste ultime settimane) e coinvolgere gli attivisti come extrema ratio in una votazione per decidere se aprire i Cinque Stelle alla possibilità di un’alleanza programmatica con qualche forza politica su alcuni punti