Referendum Jobs Act, Bersani prepara una nuova sfida a Renzi
Altro che fase “zen”. La minoranza Pd, accusata da Giachetti di voler dividere il partito, è pronta a sfidare il segretario democrat su un altro pilastro delle riforme renziane: il Jobs Act.
La riforma del Lavoro sarà oggetto di un referendum abrogativo richiesto dalla CGIL che ha raccolto oltre 3,3 milioni di firme. La sua ammissibilità verrà decisa dalla Consulta l’11 gennaio. Intanto le forze politiche cominciano a schierarsi. Il leader della minoranza Pd Pier Luigi Bersani, ospite a Corriere Live, annuncia che voterà contro il Jobs Act. “Non prendo lezioni da gente che non ha il diritto di darne. Al referendum si ragiona da cittadini, non vale la disciplina di partito. Io sui voucher non potrei mai votare a favore”.
Secondo Bersani, bisogna cambiare alcuni aspetti della riforma, a cominciare dai tanto odiati voucher. “Lasciamo stare quanti mesi dura il governo. A volte a far le cose bastano solo poche ore. Il governo deve governare. A iniziare da un intervento sui voucher, poi con una ragionevole tutela nei confronti dei licenziamenti: se non vogliamo fare l’articolo 18, facciamo il ’17 virgola’. E bisogna far fare qualcosa sulla scuola e una riflessione strategica sulla sanità”. “Bisogna chiedere con forza al governo e al Parlamento di lavorare a una soluzione sul piano del lavoro” ha aggiunto.
Referendum Jobs Act, Renzi: “Riforma non si tocca”
Sulla possibilità di un’abrogazione del Jobs Act si è espresso anche il premier Matteo Renzi che ai suoi fedelissimi ha ribadito “il Jobs Act non si tocca. Reintrodurre l’articolo 18 sarebbe come dire “ragazzi abbiamo scherzato”. Il giorno dopo arriverebbe un downgrading per l’Italia dalle agenze di rating”.
Una nuova battaglia si profila all’orizzonte.