Ieri, assemblea straordinaria di Sinistra Ecologia e Libertà dopo il successo della lista Tsipras alle elezioni europee. Per il partito guidato da Nichi Vendola, però, si è trattato di un consesso delicato, nel corso del quale è stata ufficializzata la spaccatura del partito in due anime, una guidata dal governatore della Puglia, l’altra capeggiata da Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera e sostenitore del riavvicinamento a Renzi.
Sebbene non ci sia stata una controrelazione firmata dai dissidenti, il documento presentato da Vendola ha ricevuto 280 si e 10 pesanti astensioni, che hanno il sapore di un malcontento sempre più crescente. Prima del voto finale, il leader di Sel ha voluto chiarire la sua posizione in merito al rapporto col premier e il nuovo Pd: “Non saremo mai uno scorpione sulle spalle del Pd e neppure un grillo parlante o un camaleonte – ha detto – . Semmai saremo un’anguilla che sguscia dalle mani di Renzi”.
Vendola vuole continuare a sedurre il suo elettorato con la tattica dell’anguilla che non convince, invece, l’ex bertinottiano Gennaro Migliore e Claudio Fava, due personalità di primo piano di Sel: “Nichi ha scelto di non decidere”, ha attaccato il politico siciliano, l’unico ad aver detto no alla linea vendoliana. Mentre Migliore ha ribadito la sua volontà di votare a favore del decreto sugli 80 euro: “Nei rapporti con il Pd occorre la massima chiarezza politica”. Poi ha lanciato una provocazione: “Se non siamo d’accordo sulle misure contenute nel dl Irpef, allora dovremmo avere anche il coraggio, per coerenza, di chiedere che i cittadini restituiscano gli 80 euro di Renzi in busta paga”.
Ma la resa dei conti è stata posticipata in autunno, periodo in cui si terrà l’assemblea programmatica del partito. Sel non possiede ancora una linea condivisa sul governo Renzi, sul rapporto con il Pd e sull’apparentamento europeo con il leader della Sinistra europea Alexis Tsipras.
Fabrizio Neironi