Il Contratto Raggi-M5S/Casaleggio Associati è illegale?
Fantapolitica, nuova tipologia di politica? Una nuova via per la scienza politica? E’ difficile capire il momento storico della politica italiana. Siamo nella terza Repubblica? La nuova, ennesima differenza dal passato arriva ancora dal Movimento 5 Stelle e dal contratto che i candidati amministratori (locali e non) devono firmare con la Casaleggio Associati.
Contratto Raggi-M5S/Casaleggio Associati , la cronistoria
Andiamo per ordine. A febbraio La Stampa era venuta in possesso di un breve documento (3 pagine) del Movimento 5 Stelle e della Casaleggio Associati, una società nata nel 2004 che “offre servizi di consulenza strategica per la presenza in Rete ai propri clienti”. Il fondatore è stato il celebre Gianroberto Casaleggio, morto a febbraio a causa di un ictus. “Dal 2005 Casaleggio Associati prende in carico la gestione del blog di Beppe Grillo, partecipando alle dinamiche di aggregazione e sviluppo favorite dal canale web, che hanno portato alla fondazione e successivo percorso politico del Movimento 5 Stelle”.
Saltiamo, torniamo a febbraio di quest’anno. Jacopo Iacobini, redattore de La Stampa, pubblica un articolo in cui afferma di essere venuto in possesso di un documento che il direttorio del Movimento 5 Stelle – in questo caso la parlamentare Lombardi – stava facendo sottoscrivere a tutti i candidati pentastellati alla carica di consiglieri comunali e di sindaco di Roma (alle ‘Comunarie’). Fra queste anche l’attuale inquilina del Campidoglio, Virginia Raggi. Il documento non lascia spazio a diverse interpretazioni: “il candidato – vi è scritto – accetta la quantificazione del danno d’immagine che subirà il M5S nel caso di violazioni dallo stesso poste in essere alle regole contenute nel presente codice e si impegna pertanto al versamento dell’importo di 150mila euro, non appena gli sia notificata formale contestazione a cura dello staff coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto”. Tradotto: qualcosa non piace a Grillo e Casaleggio? Si rischia l’espulsione e 150mila euro di multa. In via suppletiva ci sono gli “iscritti M5S mediante consultazione online”. Fra le tante cose, “le proposte di atti di alta amministrazione, e le questioni giuridicamente complesse verranno preventivamente sottoposte a parere tecnico legale a cura dello staff coordinato dai garanti del M5S”. La norma indica come le scelte del Consiglio Comunale e della Giunta capitolina potrebbero essere non solo influenzate, ma decise direttamente non a Roma.
Insomma, un verticismo parossistico. Altro che partiti padronali. La domanda che ci si pone adesso è: il contratto è legale? Secondo Venerando Monello, no. Monello, avvocato esperto di diritto amministrativo iscritto al PD, ha presentato ricorso presso il tribunale di Roma (che deciderà venerdì 13 gennaio) per verificare se la sottoscrizione del contratto di cui sopra si scontri con il regolamento del Comune di Roma, che prevede l’assenza di un vincolo di mandato. In questo caso poi si potrebbe addirittura armare un ricorso contro la candidatura di Virginia Raggi. Farla decadere, insomma. Un terremoto. La domanda a cui il tribunale dovrà rispondere sarà quindi la seguente: può un privato cittadino, o una privata società, influenzare le scelte di un sindaco, di una Giunta e di un Consiglio Comunale? Come se non fosse mai accaduto. Nella recente storia italiana ci sono centinaia di esempi di pressioni da parte di leadership di partito, extra territorio. Si pensi alle pressioni fatte ai consiglieri comunali dem per ‘sfiduciare’ Ignazio Marino, tanto per restare a Roma. Ma mai prima si era in presenza di una sottoscrizione evidente. E’ stata la deputata Pd Monica Cirrinà a portare alla luce il documento già mostrato da Iacoboni, ma stavolta con la sottoscrizione della Raggi.
E ora? Sarà veramente difficile che un tribunale ordinario sfiduci una sindaca votata dal 70% circa (ballottaggio) degli elettori della città. Ma questa vicenda mostra come delle discrepanze possano nascere anche in movimenti anti sistema come il Movimento 5 Stelle, sorti proprio per dimostrarsi antitesi coi vecchi partiti. Il vincolo di mandato, ad esempio. Dovrebbe essere legato alla base degli iscritti (anzi, tecnicamente a tutti i cittadini. Che democrazia diretta è altrimenti?) e parzialmente così è. Ma è ineludibilmente legato ai fondatori, Grillo e Casaleggio (ora Davide, il figlio, vista la triste dipartita di Gianroberto), che potrebbero decidere commissariamenti e allontanamenti qualora lo ritenessero un bene per il Movimento. O, secondo i maligni, per i propri interessi compenetrati.