O togli il voucher o voteremo per la sfiducia. Il prendere o lasciare messo in campo dalla minoranza Pd nei confronti del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, viene ampiamente criticato da Enrico Mentana in un post su Facebook.
Credo che la sorte del ministro Poletti sia segnata dopo le due improvvide uscite sulle elezioni anticipate per evitare il referendum sul jobs act e sul sollievo per il paese di non avere tra i piedi i tanti giovani che vanno a cercar fortuna all’estero. Quasi impossibile resistere agli effetti di così grossolani scivoloni politici. Ma che nel giorno della mozione di sfiducia presentata da molte forze di opposizione, il capo della minoranza pd Speranza gli scriva una lettera aperta-aut aut (o cambia subito la norma sui voucher o “questo sì che varrebbe la sfiducia”) ha un che di maramaldesco. Se Poletti cancella i voucher tutto è scusato? E viceversa se tiene il punto le gaffes tornano imperdonabili?
Poletti, le opposizioni presentano due mozioni di sfiducia
Il ministro del Lavoro ora rischia davvero. Le sue ultime uscite (una sul referendum sul Jobs Act, l’altra sui giovani italiani emigrati) sono apparse a tutti, fuori luogo. E così sempre ieri, le opposizioni hanno presentato due mozioni di sfiducia nei suoi confronti. Una al Senato, redatta da Sinistra Italiana e firmata anche da Movimento 5 Stelle, Lega Nord e da alcuni senatori del gruppo misto. E una anche alla Camera, presentata dal M5s, con il capogruppo di Sinistra Italiana, Arturo Scotto.
La sfiducia a Poletti potrebbe avvenire solo nel caso in cui la minoranza Pd dovesse votare a favore al Senato. Dopo l’aut aut di Speranza, tutto è possibile.