“Aver visto fallire il terzo o quarto tentativo di riforma è certamente stata una sconfitta anche per me”. Dopo due settimane dal referendum del 4 dicembre che ha sconvolto i progetti politici di Matteo Renzi e del suo governo, l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parla per la prima volta della bocciatura referendaria ammettendo la “sconfitta”. E lo fa in una lunga intervista al Messaggero in cui non risparmia critiche neppure all’ex premier Renzi. “Non mi nascondo dietro un dito – ha dichiarato il senatore a vita –. Ho creduto da lunghissimo tempo nella necessità di una revisione in punti cruciali della seconda parte della Costituzione repubblicana”. E il giudizio finale è certamente negativo: “Al di là del fatto positivo in sé della partecipazione popolare del 4 dicembre e della massima attenzione da dare a ogni malessere espressosi nel No, è stata una gran brutta storia”.
Napolitano e i motivi della sconfitta
Secondo Napolitano, la sconfitta del “Sì” al referendum costituzionale è stata causata in gran parte dal tipo di campagna elettorale che è stata portata avanti. E qui arriva una prima frecciata all’ex Sindaco di Firenze e oggi segretario del Partito Democratico:
La campagna elettorale è partita male, innanzitutto da un preannuncio clamoroso di No che ha caratterizzato il documento firmato da 56 studiosi. Si è rapidamente innescata una contrapposizione con molti schematismi e con crescente virulenza. La personalizzazione e politicizzazione del confronto ad opera dell’allora presidente del Consiglio si è subito trovata di fronte ad una personalizzazione alla rovescia da parte delle più variegate opposizioni.
Il secondo errore, per Napolitano, è stato quello di legare la consultazione referendaria alla legge elettorale Italicum (“strumentale rispetto ai cambiamenti voluti con la riforma costituzionale”) e quello di “motivare la riforma con l’obbiettivo di tagliare soldi e poltrone ai politici, alla casta”. “Ci si è illusi – ha continuato l’ex inquilino del Quirinale – di guadagnare voti per il Sì con argomenti che si credeva potessero funzionare facendo concessioni all’anti-politica”.
L’intervista infine si conclude con l’annuncio di un “sempre maggiore distacco” dell’ex Presidente dalla vita politica. “Conto di dedicarmi piuttosto, a testimonianze e a riflessioni di carattere storico e culturale” ha concluso Napolitano.