Paese dell’anno, per l’Economist è la Colombia

Pubblicato il 23 Dicembre 2016 alle 10:14 Autore: Giacomo Salvini
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Per il settimanale britannico The Economist, la Colombia è il paese dell’anno. Ogni dicembre la prestigiosa rivista dedica un approfondimento allo Stato che durante i passati 12 mesi ha fatto segnalare più miglioramenti in ambiti molto diversi, dalla ricchezza pro-capite alla pace, passando per le condizioni sociali e politiche. E quest’anno a spuntarla è stata la Colombia, dove è stato raggiunto un accordo di pace tra le forze governative e le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) nonostante il primo rigetto da parte dei colombiani in un referendum popolare. “E’ stato un enorme successo” scrive il settimanale nell’edizione in stampa venerdì.

Lo scorso anno l’Economist aveva scelto di premiare il Myanmar per la sua rapida “transizione verso la democrazia” e lo stesso motivo aveva portato alla scelta della Tunisia nel 2014. Come si può leggere nell’articolo di questa settimana, in lizza per la vittoria del 2016 c’erano paesi come Estonia, Islanda, Cina, Taiwan o Canada. Ma alla fine l’editorial board del settimanale britannico ha deciso di premiare la Colombia che ha messo fine ad un conflitto “durato più di mezzo secolo” e che ha portato alla morte di più di 200mila persone.

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Colombia, l’accordo di pace con le FARC

Il primo storico accordo tra il Presidente Juan Manuel Santos e le FARC era stato firmato il 27 settembre di quest’anno ma una settimana dopo, il 3 ottobre, il 50,21% dei colombiani aveva respinto il patto di pace. Nonostante questo, le trattative sono continuate e un mese fa Santos e il comandante Rodrigo Londono, hanno firmato un nuovo accordo di pace al Teatro Colon di Bogotà. Il nuovo patto non sarà oggetto di una nuova consultazione referendaria ma sarà analizzato e votato dal Congresso in cui il Presidente ha la maggioranza.

Il Capo dello Stato colombiano è stato insignito quest’anno anche del Premio Nobel per la Pace per l’accordo raggiunto con le Forze Armate Rivoluzionarie. “Sarebbe stato preferibile un nuovo referendum – scrive l’Economist–. Ma se gli elettori vogliono tornare alla guerra, possono sempre votare nel 2018 un Presidente che promette pene più severe per i capi delle FARC”. “Come la maggior parte degli accordo di pace – conclude il settimanale britannico – quello colombiano è incompleto e comprende cattivi compromessi. Ma l’alternativa è peggiore. E per questo la Colombia è un degno vincitore”.

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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