E-commerce e banda larga, Italia ancora tra gli ultimi, ma gli anziani stanno invadendo internet
Ogni report ogni anno, da chiunque vengano fatti, presentano sempre la stessa realtà, quella di un’Italia che rimane al fondo della classifica per quanto riguarda la digitalizzazione, soprattutto quando quando si parla di e-commerce e banda larga.
L’e-commerce è ancora visto con diffidenza sia dagli italiani, che sono restii a fare acquisti in rete, che dalle aziende, che non si affidano a internet per vendere i propri prodotti.
Solo il 29% degli italiani nel 2016 ha acquistato sul web, contro l’83% degli inglesi, l’82% dei danesi, il 74% dei tedeschi, il 44% degli spagnoli. Italia superata anche da vari Paesi dell’Est, come Slovacchia, Estonia, Polonia, Ungheria.
Solo bulgari e rumeni fanno peggio degli italiani.
Se guardiamo alle imprese, lo squilibrio è minore, ma anche qui, solo l’11% delle imprese si affidano all’e-commerce, contro il 29% in Danimarca, il 27% in Repubblica Ceca, il 28% in Germania. Solo Lettonia, Bulgaria e Romania presentano percentuali inferiori.
E-commerce e banda larga, il Sud sotto la media nazionale, ma anche la Liguria
Come sempre in questo tipo di statistiche è interessante osservare i dati regione per regione, tanto più in un Paese con enormi differenze interne come l’Italia.
Così scopriamo che rispetto alla media nazionale di accesso alla banda larga, le regioni del Sud, tranne la Sardegna, segnavano percentuali decisamente inferiori, -9,4% per la Calabria, -8,5% per la Sicilia, per esempio.
Non solo, questo scostamento è peggiorato tra 2015 e 2016, in alcuni casi anche di un punto.
Ma tra le regioni rimaste indietro scopriamo a sorpresa anche la Liguria.
Molto influisce anche il fatto che questa regione sia quella con la maggior parte di popolazione anziana.
Al di sopra della media invece Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, in media le aree del Nord Italia, ma anche la Sardegna, che supera Piemonte e Valle d’Aosta.
Il secondo posto del Lazio, d’altra parte, è probabilmente dovuto alla concentrazione della popolazione in una grande città come Roma.
La conferma dell’importanza della demografia è confermata dai dati sulla diffusione della banda larga in relazione alla presenza di minori o di anziani.
Sono le famiglie con figli quelle che hanno a disposizione la banda larga fissa o mobile o entrambe. Subito dopo le famiglie in cui pur senza minorenni non vi sono anziani. Le percentuali minime sono raggiunte nei nuclei familiari con solo anziani, solo il 2,1% ha un accesso a banda larga sia fissa che mobile, contro il 18,4% delle famiglie con minori.
Se poi parliamo di dati in base all’istruzione, non ci si stupisce di scoprire che i laureati sono più propensi all’utilizzo della banda larga, di diplomati o persone con licenza media, anche se in questi ultimi casi si vede un maggior favore verso le connessioni mobile rispetto alle persone con la laurea.
Certamente anche qui incide l’età, la gran parte di chi ha una licenza solo elementare o media è anziano, ed è più per questo motivo che rimane lontano dalla tecnologia.
E- commerce e banda larga il recupero degli anziani
Gli anziani, appunto. Tradizionalmente lontani dal mondo del web, così li immagina la vulgata comune.
Eppure qualcosa si muove.
Nell’ultimo report ISTAT sulla digitalizzazione appare chiaro come il maggiore aumento nell’utilizzo di internet è stato raggiunto proprio tra chi è più anziano.
Se in media si è passati dal 48,9% di italiani che usavano la rete nel 2010 al 63,2% di oggi, tra i 60-64enni si è raddoppiato, dal 25,2% al 52,2%. Non solo, tra i 65-74enni dal 12,1% al 28,8%.
Aumenti sopra la media anche per chi ha tra i 35 e i 59 anni, con progressi di più del 20%.
Raggiunta la saturazione, o quasi, tra i giovanissimi soprattutto tra 15-19enni. Come sempre quando si parla di internet sono di più i maschi delle femmine ad approcciarsi alla rete.
Progressi piuttosto ben spalmati dal punto di vista geografico.
Interessanti anche i dati sul comportamento in base alla condizione lavorativa.
C’è un aumento sopra la media dell’utilizzo del web tra operai e apprendisti, dal 48,4% al 73,2%, ma anche degli autonomi, dal 56,8% al 78,6%, e delle persone in cerca di prima occupazione, dal 59,7% al 81,5%.
Quello che appare chiaro, insomma, è che mentre permane una arretratezza nel nostro Paese nel rapporto con la tecnologia, e rimangono i divari regionali, c’è un graduale riallineamento per quanto riguarda i segmenti demografici e sociali marginali: la rete non più solo appannaggio di studenti universitari, giovani, dirigenti, quadri, persone occupate nei servizi, come era all’inizio, ma vi si stanno avvicinando pensionati, disoccupati, operai.
Tutto ciò sta cambiando internet, sempre più fenomeno di massa, come si vede anche in politica. Ma questa è un’altra storia